
“È per il loro bene”. Così genitori e parenti giustificano la pratica, assai diffusa soprattutto in Camerun, nei Paesi circostanti e anche fra le immigrate in Occidente: meno evidenti sono i “richiami” sessuali delle ragazze, sostengono, minori sono i rischi di molestie, violenze, gravidanze e malattie a trasmissione sessuale.
In realtà, non solo questa è un’ipocrita ragione addotta a una sopraffazione che ragione non ha se non quella di tenere le figlie sotto controllo. Il fatto è che alla violenza e al dolore si aggiunge spesso il danno grave provocato alla salute: da cisti e inabilità all’allattamento fino al cancro al seno.
Nessuno ne parla, e così lo “stiramento del seno” (in inglese, breast ironing) continua a essere accettato anche dalle sue vittime: per il 41% delle ragazze camerunensi è “opportuno”. Servono campagne di informazione, come quella condotta da Came Women and Girls Development Organisation: anche se meno diffusa dell’infibulazione, questa forma di controllo del corpo femminile non è meno odiosa. E va “stirata”.
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