mercoledì 5 settembre 2012

Ragazzina a 13 anni viveva con un pregiudicato!

QUASI una bambina. Eppure papà e mamma sapevano che conviveva con quell’uomo. Adulto e pregiudicato. Adesso la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Roma: concorso in violenza sessuale, tre anni e quattro mesi di reclusione per i genitori. Andranno in carcere.
La storia, raccontata dal Messaggero, comincia circa sei anni fa. Quando al centro di un’inchiesta finisce una ragazzina di 13 anni. Convive con un pregiudicato in un palazzo di periferia, di fronte alla casa dei suoi genitori. I genitori finiranno in cella «per aver favorito e agevolato i rapporti sessuali tra l'uomo e la figlia minore di anni quattordici».
In Cassazione i genitori avevano provato a negare di essere a conoscenza di quella relazione. Poi l’avvocato aveva eccepito che bisognava tener conto dell’impuntatura di quell’adolescente. Durante il processo di primo grado, il fratello di quella ragazzina aveva spiegato come tutto fosse rimasto nascosto anche a lui, che i due «avevano fatto una cosa tutta in segreto» e i genitori erano sconvolti. E così anche il papà e la mamma: «Solo voci e pettegolezzi», giuravano.
E anche lei, la parte lesa nell’indagine, chiamata a testimoniare, aveva ammesso alla polizia giudiziaria di convivere con quell’uomo. Poi, però, durante il dibattimento, aveva negato. Smentito le sue stesse parole. E se non fosse stato per quella vicina, che al pm raccontava: parlando con la madre, mi è parso che incentivasse la relazione considerandola «una sorta di sistemazione» per la ragazza, forse alla condanna non si sarebbe arrivati.
La terza sezione della Cassazione, presieduta da Ciro Petti, ha respinto il ricorso contro la condanna. Per la Cassazione, i genitori non rispondono del reato «per non aver impedito l'evento», come richiesto dalla difesa, ma del più grave «concorso» in violenza sessuale per aver «favorito e agevolato i rapporti sessuali» della figlia con quell'uomo.

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