venerdì 7 settembre 2012

Inchiesta sulla morte di Emanuela Orlandi: si esorcizza la verita (?)

Nel mistero Emanuela Orlandi si registra un nuovo episodio. Mons. Gabriele Amorth, esorcista del Vaticano, ha smentito, almeno in parte, le parole che gli erano state attribuite su Emanuela Orlandi


"vittima di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio e occultamento del cadavere"
.

Lo ha fatto tre mesi dopo una intervista al quotidiano La Stampa rispondendo per scritto, via e-mail, alle domande che gli sarebbero state rivolte, sempre per scritto, nel mese di agosto:

"Le frasi riportate non sono del tutto esatte"
.

Mons. Amorth, che ha 86 anni, sostiene che quando fu intervistato da Giacomo Galeazzi, vaticanista della Stampa, non riferì di una sua conoscenza diretta, ma citò una frase, attribuita ad un altro sacerdote, mons. Simeone Duca, in un libro del 2011. Queste le parole di mons. Duca:

"D'abitudine si organizzavano dei festini, e ciò avveniva anche nella sede di un'Ambasciata straniere presso la Santa Sede. Nella faccenda era coinvolto un gendarme vaticano. L'idea delle ragazze era quella di divertirsi e di guadagnare un po' di soldi. Quanto alla Orlandi, dopo essere stata sfruttata, è stata fatta sparire e quindi uccisa"
.

Si trovano nel libro "Emanuela nelle braccia dell'Islam?", 162 pagine di intrighi vaticani e internazionali scritte dalla giornalista Anna Maria Turi. Una bella retromarcia, dopo tre mesi di silenzio assenso, interrotti solo da una comunicazione privata a un appassionato del caso Orlandi, Antonio Goglia, che però non ha avuto eco sui giornali.

L'aggiustamento del tiro da parte di mons. Amorth non sposta di molto la traiettoria dell'evoluzione dei pochi indizi disponibili su un caso che dopo 30 anni ancora inquieta gli italiani. Però le parole di questo anziano esorcista portano a una serie di considerazioni, riflessioni e conclusioni, che grazie a mons. Amorth si possono ora mettere in fila.

Emanuela Orlandi, cittadina del Vaticano e figlia di una famiglia di dipendenti papalini, sparì, all'età di 16 anni, la sera del 23 giugno 1983. Da allora sul mistero della sua scomparsa, intrecciato con quella di un'altra coetanea, Mirella Gregori, si sono scritti articoli e libri ormai nel numero di migliaia, senza contare le ore infinite di inchieste e dibattiti tv.

Nell'intervista del 22 maggio al vaticanista de La Stampa Giacomo Galeazzi, mons. Amorth ha fatto due affermazioni chiare, anzi chiarissime:

"Ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale, con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e di occultamento del cadavere"; "Come dichiarato anche da monsignor Simeone Duca, archivista vaticano, venivano organizzati festini nei quali era coinvolto come "reclutatore di ragazze" anche un gendarme della Santa Sede"
.

Le parole di mons. Amorth in realtà non sembra siano state prese molto sul serio e la rivelazione shock non è stata approfondita, anzi è scomparsa dalle cronache e non si ha notizia di suoi sviluppi giudiziari, al punto che non risulta che mons. Amorth sia stato neppure interrogato dai magistrati. Come mai? Le risposte sono più d'una. Vediamo quali.

Il 4 agosto Pietro Orlandi nella pagina Facebook del gruppo "petizione.emanuela", da lui fondato, s'è rivolto a

"tutti quelli che mi hanno chiesto un parere sulle dichiarazioni di Padre Amorth"
.

E ha spiegato:

"Amorth lo conosco , ho parlato con lui qualche mese fa, non ha idea di cosa possa essere accaduto ad Emanuela. Le sue dichiarazioni sono frutto della lettura di un libro . "Non mi sono mai interessato a questo caso" : "Qui ho letto alcune cose riguardanti questo storia ma non saprei cosa dirti". Beh , quelle cose lette sono diventate per alcuni giornalisti le verità sconcertanti di padre Amorth. "Posso dirti soltanto che le modalità del sequestro (proposta lavoro da persona distinta, tranquillizzare la vittima dare l'idea di una persona affidabile ecc) sono le tecniche usate dagli adescatori di sette sataniche ma altro, ti ripeto, non saprei cosa pensare"
".

Nella sua dichiarazione Pietro Orlandi non specifica però quale fosse il libro che ha ispirato mons. Amorth.

Finalmente, in risposta ad alcune mie domande, il 16 agosto, mons. Amorth ha svelato l'arcano. Si tratta del libro, non molto noto, "Emanuela nelle braccia dell'Islam?", di Anna Maria Turi. La stessa Turi, il 22 luglio 1993, raccolse in una intervista per il giornale Il Tempo le sorprendenti ma tardive dichiarazioni del cardinale Silvio Oddi, titolare di una congregazione, cioè di un ministero del Vaticano: secondo il card. Oddi, Emanuela il tardo pomeriggio della sua scomparsa, come noto avvenuta 10 anni prima dell'intervista, sarebbe stata vista da alcune guardie svizzere rientrare e dopo un po' uscire di nuovo dallo Stato pontificio passando come al solito per porta S. Anna e salire su un'auto che la aspettava in disparte. In disparte come se l'occupante non volesse farsi riconoscere dagli svizzeri di guardia a porta S. Anna, probabilmente perché in Vaticano l'uomo in attesa in auto doveva essere una figura ben nota. Il racconto di Oddi, che manda all'aria le versioni ufficiali e i miti metropolitani, figura anche a verbale nella testimonianza resa al giudice istruttore Adele Rando.

Il libro della Turi che ha imbeccato don Amorth batte due piste: quella sessuale in ambito vaticano e quella del rapimento per mano islamica e successivo innamoramento di Emanuela per uno dei rapitori, con il quale l'ex ragazza vivrebbe beata e felice in Marocco senza nessuna intenzione di farsi viva con i suoi dimenticati familiari romani.

C'è dentro un po' tutto il Medio Oriente, da Arafat a Simon Peres, a Airel Sharon e annessi intrighi internazionali.

A parte ciò, il colpo grosso si trova a pagina 40. Vi si legge infatti che su consiglio di un certo Mario, del quale purtroppo viene omesso il cognome, la Turi, il 27 maggio 2003, si è recata a chiedere della sorte di Emanuela a monsignor Simone Duca nella sua villa in via Tito Livio a Roma. Ecco quanto c'è scritto in merito all'incontro:

"
L'ultrasettantenne [mons. Simeone Duca, ndr], di complessione imponente, era ancora vivace ed energico. Si sedette alla scrivania e m'invitò a chiedergli cosa volevo. Entrai subito in argomento e così rispose alle mie domande sulla Orlandi: "D'abitudine si organizzavano dei festini, e ciò avveniva anche nella sede di un'Ambasciata straniere presso la Santa Sede. Nella faccenda era coinvolto un gendarme vaticano. L'idea delle ragazze era quella di divertirsi e di guadagnare un po' di soldi. Quanto alla Orlandi, dopo essere stata sfruttata, è stata fatta sparire e quindi uccisa"
".

Parole chiare e nette, che almeno in apparenza non lasciano adito a nessun dubbio. Purtroppo però la giornalista dalla bocca del sacerdote non è riuscita a cavare nemmeno una parola in più, nonostante in seguito ne sia diventata amica, accompagnandolo anche in un viaggio a Zara.

L'impersonale
"si organizzavano dei festini" resta impersonale e la domanda su chi avesse l'abitudine di organizzarli resta senza risposta. Restano senza risposta anche altri interrogativi di non poco conto. Qual è l'ambasciata di cui parla don Simeone? Chi è il gendarme vaticano coinvolto? Come, quando è dove è stata prima
"fatta sparire e quindi uccisa"
Emanuela? Per mano di chi? Domande d'obbligo anche perché il vice capo della gendarmeria vaticana, Raul Bonarelli, nel '93 è stato coinvolto nell'inchiesta sul caso Orlandi con la pesante accusa di concorso in sequestro di persona, accusa che si è persa nel nulla perché la procura della Repubblica non ha mai risposto al giudice istruttore Adele Rando che nel dicembre '97 ha chiesto se dovesse proseguire le indagini col vecchio rito o con quello nuovo imposto nel frattempo dalla riforma della giustizia.


Tutto ciò porta ad altre domande. Come è possibile che la giornalista Turi non sia riuscita a sapere nulla di più preciso da monsignor Duca? E' credibile che questi, dopo avere lanciato un macigno così grosso, abbia tenuta sempre nascosta la mano, evitando di chiarire alcunché per il resto della sua vita?

Don Simeone è morto infatti qualche anno dopo l'incontro con la Turi. Era sicuramente già morto da alcuni anni quando il libro è stato edito nell'aprile 2011, motivo per cui nessun magistrato ha potuto interrogarlo per chiarire tutto ciò che c'è da chiarire. La "rivelazione" di Simeone Duca è del 2003 e la pubblicazione del libro solo nel 2011: possibile che la Turi per ben otto anni non abbia fatto cenno con nessuno di quanto appreso, lei che le confidenze del cardinale Oddi le espose subito in un'intervista per un giornale?

Il risultato comunque è che monsignor Amorth non ha mai saputo di prima mano che la sorella di Pietro fosse un'habitué di festini spinti e che in quell'ambito fu fatta sparire e uccisa. Il monsignore si è solo limitato a riportare frasi altrui vecchie di nove anni, per giunta non verificate da nessuno e ormai non più verificabili.

Amorth nel suo libro "L'ultimo esorcista", pubblicato lo scorso gennaio, ha esposto la convinzione che Emanuela, prelevata con l'inganno, sia rimasta vittima di una setta satanica. Convinzioni che, come abbiamo visto, Amorth ha ribadito di persona a Pietro Orlandi. I festini quindi e il Vaticano non c'entrerebbero nulla con quanto scritto ne "L'ultimo esorcista".

A me l'anziano monsignore il 25 agosto ha scritto: "
Nel mio libro non ho citato Simeone Duca perché se si nomina il Vaticano i giornalisti si scatenano come lupi". Come si spiega quindi l'attribuzione a lui delle parole in realtà dette da Simeone Duca?


Che le sue parole non siano proprio quelle riportate mons. Amorth lo ha sostenuto con me e lo ha scritto il 16 agosto: "Le frasi riportate non sono del tutto esatte". E lo scorso 24 maggio lo aveva detto anche ad Antonio Goglia, un signore di S. Giorgio a Cremano da qualche mese in corrispondenza con me perché si interessa al caso Orlandi anche suggerendo piste: per esempio, quella dei preti pedofili di Boston. Queste la parole di don Amorth a Goglia:

"Guardi, le mie affermazioni generiche circa il caso Orlandi formulate nel mio libro "L'ultimo esorcista" sono state interpretate ad arte da qualche vaticanista".

Sembrerebbe una frecciata al vaticanista de La Stampa che lo ha intervistato. Come che sia, è strano che don Amorth si sia ben guardato dal chiarire pubblicamente che le sue parole sono state "interpretate ad arte". E così il suo silenzio ha permesso di usarle per poter accusare della morte "orgiastica" di Emanuela don Piero Vergari, che all'epoca della scomparsa della ragazza era il rettore della basilica di S. Apollinare. Accusare don Vergari è un modo per tentare di far restare in piedi almeno un mattone della prolungata montatura contro la cosiddetta banda della Magliana e il suo preteso boss Enrico De Pedis, che come è noto fino a giugno era sepolto per l'appunto in S. Apollinare.

Qualche parola merita anche mons. Simeone Duca. Nato in Dalmanzia a Borgo Erizzo, don Simeone è scappato dalla Jugoslavia dove nel '44 era stato condannato ai lavori forzati. Definirlo "archivista vaticano" è francamente riduttivo. Più che altro monsignor Duca è stato molto impegnato a fare da snodo con molti ambienti, tutti chiacchierati e spesso pessimi, per conto della banca vaticana IOR. Il prete dalmata è passato indenne attraverso vari scandali nonostante rinvii a giudizio, come quello del 1986 per lo scandalo dei petroli, mandati di cattura e condanne, come quella del 1983 per avere tentato di comprare da un giudice della Cassazione una sentenza favorevole a un criminale della mafia calabrese.

Don Simeone era inoltre noto per la sua ricchezza. A Roma viveva in una villa da straricco e venne soprannominato Monsignor Miliardo perché per evitare le manette all'epoca dello scandalo dei petroli pagò un miliardo di lire di cauzione (pari oggi ad almeno 1,5 milioni di euro).

Lo scandalo dei petroli appurò negli anni '80 che il vertice della Guardia di Finanza era coinvolto in una truffa allo Stato italiano mediante contrabbando di petrolio e portò alla luce una cordata di monsignori e affaristi impegnatissimi per fare ottenere con modi molto disinvolti promozioni e avanzamenti di carriera ai propri beniamini. Una delle specialità di don Simeone era organizzare ottime cene e incontri lieti per ungere le ruote al fine di fare ottenere ai suoi protetti i favori di politici, vertici militari e grandi manager statali. A quell'epoca per propiziarsi gli interlocutori non si usavano ancora le escort, ma i festini allegri sì.

Certo però che questa storia dei festini un po' troppo allegri, il buco nero che avrebbe inghiottito Emanuela Orlandi, è strana. Vediamo perché:

1) - Viene lanciata da un vaticanista, quello de La Stampa, che in quanto vaticanista e in quanto accreditato presso la sala stampa vaticana è difficile che scriva cose deleterie per il Vaticano.

2) - Il lancio viene attribuito ad affermazioni dell'esorcista del Vaticano, che in quanto tale è difficile che dica cose pesanti per quella che per lui è la Santa Sede. E infatti, per evitare i giornalisti che "si scatenano come lupi", non le ha dette.

3) - All'origine di tale storia dei festini c'è la dichiarazione di un sacerdote, archivista capo del Vaticano e armeggione dello IOR, che in quanto sacerdote e dipendente del Vaticano non dovrebbe sparare a zero neppure lui contro il piccolo Stato pontificio che oltretutto è il suo datore di lavoro.

4) - La dichiarazione del sacerdote archivista e maneggione viene raccolta e diffusa, con otto ani di ritardo, da una giornalista che oltre a essere accreditata anche lei presso la sala stampa vaticana è specializzata in libri molto edificanti su santi, madonne, madonnine, grotte miracolose, credenti con le stimmate e mistiche cattoliche, tutti editi dalla casa editrice cattolica Il Segno specializzata in libri di preghiere.

5) - Ed è questa casa editrice molto cattolica a pubblicare anche il libro della Turi con le affermazioni scioccanti di don Simeone che non fanno fare certo bella figura al Vaticano.

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, e la strada dell'inferno è lastricata di buona volontà. Infatti a pensarci bene appare una ben strana ironia della sorte che a lanciare pietre così pesanti e a "scatenare i lupi" contro il Vaticano sia una sfilza di personaggi legati proprio al Vaticano o comunque in Vaticano bene accreditati e stimati.

Così come appare strano che il Vaticano nonostante tutto non li abbia sanzionati né sgridati in nessun modo. Stranezze che fanno assumere di fatto a questa nuova "verità" l'aria di un tentativo di scelta del male minore: assodato che il Vaticano comunque c'entra, è meglio divagare parlando di sette e di orge, senza specificare assolutamente nient'altro, anziché ammettere la verità con nomi e cognomi. Insomma, un modo per esorcizzare la verità. E in un esorcismo così impegnativo, con tanto di diavoli che non fanno coperchi, la figura del decano degli esorcisti mondiali ci sta come il cacio sui maccheroni..

Pino Nicotri

NUOVA PUBBLICITA' DELLA LEGA... SENZA PAROLE!


Inghilterra, ragazza 19enne disarma e mette in fuga il suo aggressore

La storia e l’esperienza sembrano insegnarcelo più di una volta: le dimensioni non contano. O almeno contano molto relativamente se la vittima, piccola e apparentemente senza difese, è capace di tirare fuori tutta la sua determinazione.
È proprio quello che è successo ad una ragazza di 19 anni di Nottingham, in Inghilterra. La giovane, che chiameremo Sarah, era solita percorrere ogni giorno lo stesso tratto di strada. Tutto normale fino a quando, un giorno, non viene adocchiata da un maniaco, il 45enne Adrian Berry.
In un pomeriggio di fine agosto l’uomo, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, ha provato a far scattare la trappola nei confronti della ragazza.
Il maniaco ha urlato alle spalle della giovane, che si è quindi avvicinata all’uomo. A questo punto Berry, 1 metro e 87 di statura per 110 kg, ha trascinato per un braccio Sarah, appena 1.56 per 45 kg.
Berry ha trascinato la vittima in una zona di campagna portandola fin nei pressi di un granaio. Qui il maniaco l’ha spinta per terra, si è appoggiato con le ginocchia sopra di lei e ha tentato di sfilarle i pantaloncini. La ragazza, che vista la posizione accusava difficoltà a respirare, non si è però persa d’animo e allungando un braccio è riuscita ad afferrare un’asta di metallo abbandonata per terra. Con questo oggetto è così riuscita a picchiare Berry sulla testa e ad aprirsi una via di fuga approfittando dell’attimo di stordimento dell’aggressore.
Sarah si è quindi messa a correre per il campo tentando di raggiungere la strada e chiedere aiuto. Ma Berry, che nel frattempo si era ripreso dalla botta, era già dietro di lei.
La giovane, finita a terra con la schiena contro una balla di fieno, si è trovata l’uomo di fronte a sé. Ancora una volta però, Sarah ha trovato il coraggio di reagire. Ha alzato le gambe e le ha usate per stringere in una morsa la testa di Berry, che brandiva un coltello a lama lunga.
L’uomo, evidentemente messo alle strette dalla determinazione della ragazza, prima ha implorato la vittima di lasciarlo andare e poi, una volta libero, si è allontanato lasciando cadere per terra il coltello.
La fuga dell’uomo è durata poco. Berry, salito sulla sua moto, è stato intercettato e bloccato da una pattuglia della polizia dopo un breve inseguimento. “Ero attratto da quella ragazza – dirà -. Assomigliava così tanto a Jodie Foster”.
Messo a processo, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per violenza sessuale e detenzione illegale di armi. Tra le pene accessorie che gli sono state comminate figura anche il divieto a vita di lavorare a contatto con minorenni.
Sarah, in un’intervista rilasciata ad una tv locale, ha detto di essersi trovata in mezzo alla “battaglia della sua vita”.
Una battaglia dalla quale è indubbiamente uscita vittoriosa.

Pedofilia, 100 minori come amici su Facebook: arrestato rivenditore videogame

Le indagini avevano avuto inizio alcuni mesi fa, quando la madre di un adolescente si era recata presso gli Uffici del Commissariato Monte Mario, diretto dal dr. Claudio Cacace, per esternare i suoi dubbi e la sua preoccupazione per una conoscenza che suo figlio, preadolescente, intratteneva su internet con un adulto.
In particolare la donna aveva riferito di aver scoperto che nel corso di una conversazione su uno dei più diffusi social network, gli argomenti trattati dall' uomo con il proprio figlio erano chiaramente a sfondo sessuale e certamente poco adatti ad un giovane della sua età. Sono pertanto immediatamente scattate le indagini degli investigatori del Commissariato che, partendo dal nickname utilizzato, sono riusciti ad identificare l'interlocutore del giovanissimo per C.P., 42enne, titolare di un' attività commerciale di vendita di videogiochi nella zona di Monte Mario. 
Forse proprio grazie alla sua attività l' uomo era venuto in contatto con numerosi giovanissimi, che evidentemente lo consideravano loro amico.

Gli agenti, per acquisire elementi utili alle indagini, hanno utilizzato un account fittizio con il quale hanno potuto accedere al profilo internet dell' uomo, constatando che nella bacheca vi erano oltre 100 'amici', tutti giovanissimi, di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni, tra i quali anche il figlio della denunciante.
Gli investigatori hanno anche accertato che sul suo profilo erano pubblicate anche immagini pornografiche e messaggi inneggianti al consumo di sostanze stupefacenti. 

I precisi riscontri ottenuti hanno permesso agli agenti di ottenere dall' Autorità Giudiziaria un decreto di perquisizione dell' abitazione dell' uomo e della sua attività commerciale, nel corso della quale è stato rinvenuto un pc contenente materiale pedopornografico e fotografie ritraenti giovani donne nude, oltre a numerosi dvd con contenuto pornografico.
L' accurata analisi del pc e degli apparati di telefonica mobile sequestrati, oltre a consentire di acquisire ulteriori fotografie e filmati con contenuto pedopornografico, ha permesso in particolare di estrapolare un filmato contenente le immagini di un rapporto sessuale tra una bambina ed un adulto. Le immagini ed i filmati sequestrati erano stati inoltre messi anche in rete.

I precisi riscontri investigativi acquisiti hanno consentito di ottenere dall' autorità giudiziaria un' ordinanza di custodia cautelare in carcere che, nella giornata di ieri, è stata eseguita dai poliziotti del Commissariato Monte Mario, che hanno arrestato l' uomo. Per lui si sono aperte, pertanto, le porte del carcere di Regina Coeli.
Le indagini comunque proseguono. Il sospetto degli investigatori è che anche altri minori siano stati oggetto delle attenzioni dell' uomo.

Senigallia, abuso sessuale: accusato sentito e indagato

Sarebbe formalmente indagato per violenza sessuale il 20enne di origine macedone che nella giornata del 6 settembre è stato ascoltato dalla Procura.

Il giovane avrebbe raccontato agli inquirenti la sua versione dei fatti, negando le accuse mossegli dalla 14enne originaria di Castel Colonna.Ad aggravare la situazione dell’accusato la giovane età della ragazza. Queste le frammentarie e scarne informazioni che trapelano dall’indagine che prosegue nel massimo riserbo.
La presunta violenza sarebbe avvenuta sul lungomare Dante Alighieri nei pressi del complesso residenziale Pieralisi.  Nella notte a cavallo tra l’1 e il 2 settembre,  i due si sarebbero incontrati casualmente dopodichè il 20enne avrebbe invitato la 14enne ad appartarsi in qualche luogo più tranquillo. Secondo le testimonianze degli amici che avevano visto i due allontanarsi insieme, al suo ritorno la ragazza non avrebbe manifestato particolari segni di malessere.
La 14enne domenica 2 settembre si era presentata con i genitori all’ospedale di Senigallia denunciando la presunta violenza sessuale avvenuta la sera prima. Dagli accertamenti medici previsti in casi del genere, ovvero controlli ginecologici ed il prelievo di materiale organico, era emerso che la ragazza non sarebbe stata picchiata, né che i due fossero sotto l’effetto di alcool.

CURIOSITA' SUL SESSO: lettrici hot più propense a rapporti rischiosi

Le giovani donne che leggono articoli che parlano esplicitamente della sessualità femminile sui magazine "rosa" hanno maggiori probabilità di adottare comportamenti sessuali rischiosi. Le lettrici di articoli ad argomento hot hanno però il vantaggio di dare il giusto peso nei rapporti fisici al proprio piacere e appagamento a letto. A dirlo è uno studio dell'Università della California diretto da Janna L. Kim e L. Monique Ward e pubblicato sulla rivista Psychology of Women Quarterly.

Spiegano le autrici: «I nostri risultati suggeriscono che la complessa e controversa immagine della sessualità femminile proposta dai media può avere allo stesso tempo effetti di impoverimento e rafforzamento della consapevolezza sessuale delle donne. Da un lato, infatti, gli articoli che parlano esplicitamente di sesso invogliano a non considerare i rischi correlati alla salute, dall'altro aiutano a vivere il sesso con un ruolo più incisivo e autonomo».

fonte, globalist.it 

giovedì 6 settembre 2012

Omicidio-suicidio Terranova Bracciolini: morti Sebastiana Corpora e Nicolò Murgia „Uccide la moglie a fucilate, poi si suicida“

Omicidio-suicidio Terranova Bracciolini: morti Sebastiana Corpora e Nicolò Murgia

Marito e moglie, anziani, sono stati trovati morti questo pomeriggio intorno alle 14.30 nella loro villetta di campagna in via Carpognane a Terranova Bracciolini, cittadina in provincia di Arezzo. I due di chiamavano Sebastiana Corpora, di 68 anni, e Nicolò Murgia, di 77.

Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri, l'uomo, un operaio in pensione, avrebbe impugnato un fucile uccidendo la moglie, per poi rivolgere l'arma contro se stesso togliendosi così la vita.

Sul posto, oltre ai carabinieri, sono arrivati anche gli uomini della Scientifica. All'origine del gesto potrebbe esserci la depressione di cui Nicolò Murgia pare soffrisse da qualche tempo. Parenti, amici e conoscenti della coppia sono sconvolti per quanto accaduto.

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Bologna, preside indagato per violenza sessuale

Bologna, preside indagato per violenza sessuale

Spesso allungava le mani, palpeggiava quà e là, faceva continue allusioni a sfondo sessuale. E poi c'erano le domande imbarazzanti e le avances 'spinte', che a volte si tramutavano in vere e proprie offese. Questo il racconto di tre docenti, tutte ex professoresse, in base al quale un preside risulta indagato per violenza sessuale.

Il dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo 5 di via Di Vincenzo, alla Bolognina, da ieri è stato sospeso dal lavoro per decisione dei vertici dell'Ufficio scolastico regionale. La sospensione cautelare è arrivata alla luce dell'iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura, che proprio sulla base di quanto riferito dalle tre ex insegnanti donne della scuola, lo ha indagato per violenza sessuale e ingiuria.

Non si tratta di formali querele, ma di segnalazioni trasmesse in Procura dall'Ufficio scolastico regionale. I fatti, riferiti agli anni 2007-2010, sono così arrivati sulla scrivania del pm Beatrice Ronchi. La Procura, che ha delegato le indagini ai Carabinieri, vuole capire come siano andate davvero le cose. E soprattutto, se i fatti venissero provati, gli inquirenti vogliono capire se l'indagato avesse un comportamento del genere anche verso altre professoresse.
LE PRESUNTE RITORSIONI - A quanto hanno riferito le tre presunte vittime, il preside avrebbe riservato loro una serie di 'ritorsioni', dal momento che non gradivano le sue attenzioni: difficoltà sulla concessione delle ferie, mancati riconoscimenti e altre cose del genere. Tutto sarà vagliato dalla Procura, compresa l'attendibilità delle denunce, arrivate parecchio tempo dopo i fatti. Le indagini dei Carabinieri, intanto, sono già partite. E nel frattempo anche lo stesso Ufficio scolastico ha avviato delle ispezioni. L'imputato, intervistato dal 'Resto del Carlino', parla di "congiura ordita a tavolino" nei suoi confronti. Solo le indagini potranno chiarire l'accaduto.

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SONDAGGI SHOCK PER IL BERLU NAZIONALE...

di Francesco Bei 

Sondaggi neri, umore blu. Non bastasse aver passato tre ore in caserma a rispondere alle domande di Antonio Ingroia, ieri al Cavaliere è toccata pure una serata dedicata alla legge elettorale, tema notoriamente in cima ai suoi pensieri. Ma la vera ragione del morale sotto i tacchi è un’altra. È la corona di spine che gli ha consegnato lunedì la sondaggista Alessandra Ghisleri.

Numeri impietosi che fotografano l’assoluta mancanza di un «effetto Silvio» sul Pdl. Il partito è infatti inchiodato al 18-20 per cento, gli stessi numeri che aveva con Alfano. Per questo il Cavaliere è di nuovo in preda al dubbio, non sa come andare avanti, se candidarsi o meno. Mentre nel partito — condannato allo stallo — cresce la fibrillazione per questa indecisione del leader.

Ieri sera a palazzo Grazioli è stato un coro, da Alfano a La Russa, da Cicchitto a Gasparri, tutti a dirgli «Silvio ti devi decidere, ci dobbiamo muovere per la campagna elettorale». E visto che Berlusconi ha annunciato di voler partecipare alla festa di Atreju a Roma (l’appuntamento dei giovani di An, ora ereditato dal Pdl) il 14 settembre, il segretario è arrivato fino a minacciare di portargli davanti al palco un pattuglione di giovani «per chiedergli di sciogliere la riserva» perché «Berlusconi rimane il miglior candidato». Il fatto è che, a tutt’oggi, è anche l’unico. Alfano, dopo il tira e molla a cui Berlusconi l’ha sottoposto per mesi, con tanto di umiliazione sulla «mancanza del quid», ha già messo in chiaro che lui non intende trangugiare altra cicuta: «Io non correrò».
Scartata quindi l’idea che si possa tornare su Alfano, in un balletto poco dignito)so, ieri si è riaffacciata l’ipotesi di organizzare delle primarie, come peraltro era già stato deciso. Si potrebbero svolgere a novembre, vicino a quelle del Pd, creando un effetto “convention Usa”. «Ma la prima opzione — riferisce uno dei boss del Pdl vicini al segretario — è che si candidi Berlusconi, che ci metta lui la faccia». Così, in caso di sconfitta, sarà il Cavaliere a caricarsela sulle spalle. Raccontano tuttavia che Ber-lusconi stia ancora almanaccando sulla possibilità di trovare un candidato nuovo, «un outsider, un giovane, magari con qualche importante esperienza all’estero». Gli piacerebbe un Marchionne giovane, ma al momento ha solo in mano l’identikit.
Così, con il Cavaliere poco propenso alle battute e con nulla da annunciare, ieri sera è andato avanti per ore un confronto sulla legge elettorale. Il Pdl infatti su questo argomento è spaccato in due. Da una parte c’è chi punta su un modello proporzionale alla tedesca, quello che Gaetano Quagliariello aveva trattato con Luciano Violante prima dell’estate. È uno schema che renderebbe più facile per il Pdl rientrare in una futura grande coalizione dato che ogni partito arriverebbe dopo il voto con le mani libere. Inoltre riaprirebbe il casello autostradale verso l’Udc, cosa a cui puntano molto le colombe del Pdl. Al Senato questa carta si potrebbe giocare subito, tanto che Renato Schifani sta premendo in tutti i modi per sbloccare l’intesa e ieri ha fatto filtrare tutta la sua «irritazione» per l’ennesimo buco nell’acqua. Una presa di posizione che ha raccolto il plauso, guarda caso, di altri due centristi filo Monti come Lorenzo Cesa (Udc) ed Enrico Letta (Pd).
Ma c’è una corrente potente nel Pdl che tira dalla parte opposta e punta a chiudere un accordo con il Pd su una legge elettorale vicina al Provincellum, con un terzo di parlamentari eletti in liste bloccate e un premio di maggioranza del 15% al primo partito. È Denis Verdini il capofila di quest’ala e ieri sera si è detto ancora convinto di poter «portare a casa l’intesa con il Pd nelle prossime 48 ore». A quel punto, ma qui siamo ai confini della fantascienza, si potrebbe riprendere in mano l’idea di anticipare il voto a Novembre. Peccato che Napolitano abbia già fatto sapere a Gianni Letta, nell’ultima conversazione avuta al Quirinale, di ritenere questa ipotesi morta e sepolta. Infine ci sono gli ex An. Da qualche tempo hanno ripreso a vedersi tra di loro, guidati da La Russa, tra Roma e Milano. Riunioni in cui si riparla di andarsene per conto proprio se una parte del Pdl dovesse mettersi d’accordo con Casini per la grande coalizione.

Siria, l'esercito bombarda Aleppo Strage di bambini: 23 morti

È salito a 113 uccisi il bilancio provvisorio delle vittime odierne in Siria, cadute, la metà, nei bombardamenti governativi di Aleppo dove sono morti una ventina di bambini. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locali, che citano i residenti.

Il raid su Aleppo è iniziato stamani poco prima dell'alba. Citati dai Comitati di coordinamento locali, i residenti dei vari quartieri colpiti riferiscono di 52 uccisi, in maggioranza donne e bambini.

Nel dettaglio, le fonti precisano che un'intera palazzina è crollata sotto i colpi delle bombe a Marje e che 10 persone, tra cui sette bambini sono morti. Tra loro figurano i nomi dei fratelli Hiyam (5), Fatima (7), Karam (3) e Amana Qasab (10).

Altre abitazioni civili sono state colpite a Bab Ayadin (cinque uccisi) e Bab Nairab, dove si contano dieci uccisi di cui sette bambini e tre donne. I Comitati diffondono una lista delle vittime finora identificate con le loro generalità e i link a numerosi video amatoriali che mostrano il tentativo dei residenti di estrarre i corpi dalle macerie dei palazzi e ad altri filmati che mostrano le salme delle persone uccise.

Il corrispondente della Cnn ad Aleppo ha confermato il bombardamento aereo sulla città e documentato in un video la strage di bambini: 9 di loro, tra i 4 e gli 11 anni, sono morti quando le bombe hanno distrutto una abitazione nel quartiere al-Sharaa. I comitati locali parlano di altri 7 bimbi uccisi nel quartiere di Marjeh.

UBRIACO SEQUESTRA LA NIPOTE E LA PICCHIA PER UN'ORA, ARRESTATO 57ENNE NIGERIANO

FIRENZE- Un caso di violenza nel fiorentino dovuto all'abuso di alcol. I carabinieri del Nucleo radiomobile di Firenze, nella notte, hanno arrestato un 57enne pregiudicato nigeriano per sequestro di persona, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L'uomo, rientrato a casa in evidente stato di ubriachezza, senza alcun motivo si è accanito contro la nipote 35enne, colpendola con pugni e calci. La donna ha tentato la fuga, ma l'uomo l'ha trattenuta in casa per più di un'ora, continuando a picchiarla. I carabinieri, chiamati da alcuni vicini che avevano sentito le urla, sono intervenuti e, dopo essere riusciti ad entrare nell'appartamento attraverso una finestra, hanno immobilizzato l'uomo riuscendo a liberare la nipote che, trasportata al pronto soccorso dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, è stata giudicata guaribile in cinque giorni per trauma contusivo cranio-faccale. Il 57enne è stato arrestato.

NON OCCORRE COMMENTARE... PUBBLICITA' REGRESSO!


Scicluna: "Nel rispondere alla crisi degli abusi sessuali commessi dai preti, papa Benedetto XVI ''e' un ottimo timoniere'

Nel rispondere alla crisi degli abusi sessuali commessi dai preti, papa Benedetto XVI ''e' un ottimo timoniere'' e ''ha una leadership indiscussa e apprezzata da tutti'': lo ha detto, in un'intervista alla Radio Vaticana, mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 'pubblico ministero' vaticano nei casi di pedofilia dei chierici ammette ''il Vaticano e' fatto di persone ed evidentemente siamo tutti su un cammino di conversione, ma se vogliamo dire dove va la 'barca di Pietro', bisogna guardare chi la guida'', cioe' al papa. Per mons. Scicluna, la volonta' di risolvere le cause della crisi e' ''chiara''.

Il presule ha partecipato in questi giorni ad un incontro in Inghilterra in cui si e' affermata la ''volonta' di purificare l'autorita' - che e' un servizio - da ogni tipo di abuso''.

''Questo vuol dire - ha spiegato - una 'corresponsabilizzazione' non solo del laicato, ma dei teologi, che all'insegna di una realta' veramente ecclesiale cercano di dare risposte alle conseguenze dell'abuso di potere - parliamo anche dell'abuso sessuale di minori, per esempio - che sono una piaga nella Chiesa''. ''Secondo me - ha concluso Scicluna - questa e' una via maestra perche' la Chiesa possa crescere in quella che Benedetto XVI giustamente chiama volonta' di purificazione ed essere testimone piu' efficace del Vangelo''.

ARRESTATO PEDOFILO IN FLAGRANZA DI REATO

Un uomo di 64 anni residente a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, è stato arrestato in flagranza di reato mentre, completamente nudo, stava molestando un adolescente di 14 anni nella sua automobile, parcheggiata in un luogo appartato in contrada Usciglio.
I controlli sull’uomo erano iniziati dopo che le autorità avevano ricevuto diverse segnalazioni che lo vedevano coinvolto in attività sessuali con minorenni. E’ bastato pedinarlo per sorprenderlo in flagranza di reato e far scattare l’arresto.
A confermare il modus operando del 64enne è stato il 14enne che era in auto con lui: l’uomo, collaboratore di una struttura ricreativa del comune, adescava i giovani proprio grazie al suo lavoro ed offriva loro piccolo regali in cambio del silenzio.

MOLESTA BAMBINA IN UN BAGNO PUBBLICO, MA LEI LO FA ARRESTATE

Porta una bimba in un bagno pubblico e la molesta, ma la piccola riesce a fuggire e con le descrizioni fornite alla polizia, lo fa arrestare. Il molestatore e' R.D., di 64 anni, pregiudicato, arrestato ieri dagli agenti di polizia di Cividale del Friuli, per violenza sessuale a danno di minore.

La piccola, fuggita, ha chiesto aiuto al padre che ha subito segnalato l'episodio alle forze dell'ordine. Gli agenti hanno rintracciato l'uomo nella sua abitazione, in un comune vicino a Cividale. (ANSA).

LE PERSONE STRAORDINARIE...


mercoledì 5 settembre 2012

Ragazzina a 13 anni viveva con un pregiudicato!

QUASI una bambina. Eppure papà e mamma sapevano che conviveva con quell’uomo. Adulto e pregiudicato. Adesso la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Roma: concorso in violenza sessuale, tre anni e quattro mesi di reclusione per i genitori. Andranno in carcere.
La storia, raccontata dal Messaggero, comincia circa sei anni fa. Quando al centro di un’inchiesta finisce una ragazzina di 13 anni. Convive con un pregiudicato in un palazzo di periferia, di fronte alla casa dei suoi genitori. I genitori finiranno in cella «per aver favorito e agevolato i rapporti sessuali tra l'uomo e la figlia minore di anni quattordici».
In Cassazione i genitori avevano provato a negare di essere a conoscenza di quella relazione. Poi l’avvocato aveva eccepito che bisognava tener conto dell’impuntatura di quell’adolescente. Durante il processo di primo grado, il fratello di quella ragazzina aveva spiegato come tutto fosse rimasto nascosto anche a lui, che i due «avevano fatto una cosa tutta in segreto» e i genitori erano sconvolti. E così anche il papà e la mamma: «Solo voci e pettegolezzi», giuravano.
E anche lei, la parte lesa nell’indagine, chiamata a testimoniare, aveva ammesso alla polizia giudiziaria di convivere con quell’uomo. Poi, però, durante il dibattimento, aveva negato. Smentito le sue stesse parole. E se non fosse stato per quella vicina, che al pm raccontava: parlando con la madre, mi è parso che incentivasse la relazione considerandola «una sorta di sistemazione» per la ragazza, forse alla condanna non si sarebbe arrivati.
La terza sezione della Cassazione, presieduta da Ciro Petti, ha respinto il ricorso contro la condanna. Per la Cassazione, i genitori non rispondono del reato «per non aver impedito l'evento», come richiesto dalla difesa, ma del più grave «concorso» in violenza sessuale per aver «favorito e agevolato i rapporti sessuali» della figlia con quell'uomo.

VOLEVANO FARLE UN ESORCISMO: MUORE UNA BAMBINA

Malesia, bimba di 3 anni muore in un esorcismo

Volevano “scacciare gli spiriti maligni” dal suo corpo, e invece l'hanno uccisa. E' quanto è successo nella città di Bukit Mertajam, in Malesia, dove un'intera famiglia ha preso parte ad un esorcismo, uccidendo una bambina di soli tre anni.  
I genitori pensavano che la piccola fosse posseduta dagli spiriti maligni, e avevano organizzato un rituale per scacciarli. Quando la polizia, avvertita da uno degli zii della piccola, ha fatto irruzione nella loro casa era però troppo tardi.
“Abbiamo scoperto otto persone, tra cui una bambinaia indonesiana, ammucchiati su un letto sotto una coperta. La vittima era stata immobilizzata sotto questa pila umana” ha spiegato il capo della polizia locale, Azman Abdul Lah, come riferisce il Nouvel Observateur.
Il rituale era in corso da ben 20 ore, e le autorità non hanno potuto fare altro che constatare la morte della bambina per soffocamento. Alla cerimonia avevano preso parte la madre della piccola, incinta di tre mesi, il padre, la nonna, due zii, due cugini e la tata.
Non è stato ancora reso noto a quale religione appartenessero i genitori della bambina, ma sembra che la famiglia fosse famosa nel quartiere proprio per le sue credenze religiose. Il caso ha suscitato un grande clamore in Malesia, Paese a maggioranza musulmana ma dove gli antichi culti locali sono ancora diffusi. Sembra infatti che la madre della piccola, un'ex insegnante, sia stata licenziata proprio perchè accusata di fare proselitismo in classe.


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STUPRATE DUE RAGAZZE SULLA SPIAGGIA A MONDELLO

Avrebbero violentato due ragazze sulla spiaggia di Mondello, nota località balneare di Palermo. La violenza si sarebbe consumata in un luogo molto frequentato ma le richieste di aiuto delle vittime sono state inutili. Le due giovani sono state soccorse infine da un passante che ha avvertito la polizia. Le manette sono scattate ai polsi di Maurizio Mortillaro, magazziniere di 32 anni, e Antonino Mangano, macellaio e salumiere al Centro Olimpo, 35 anni.
Entrambi sono ora accusati di violenza sessuale aggravata in concorso fra di loro. Mortillaro e Mangano entrambi sentiti dagli inquirenti sostengono che le due giovani erano consenzienti e che non ci sarebbe stata nessuna violenza.
Ma la visita medica, effettuata al Policlinico sulle due vittime ha confermato che i rapporti che vevano avuto erano stati tutt’altro che volontari; circostanza confermata anche dal fatto che le vittime avevano la biancheria intima strappata, e che entrambe, a distanza di un paio di giorni, hanno espulso dei profilattici.

martedì 4 settembre 2012

RUSSIA: SETTA RELIGIOSA. COSTRINGEVANO I BAMBINI A VIVERE NEL BUNKER

Russia, setta religiosa che viveva sotto terra

Erano 70 le persone appartenenti ad una setta religiosa che da 10 anni avevano scelto di vivere in un bunker sotterraneo. Il loro scopo era quello di preservarsi dalla corruzione del mondo esterno, e nella loro folle missione avevano coinvolto anche 20 bambini, alcuni dei quali non hanno mai visto la luce del sole. 
La macabra scoperta è stata fatta dalle autorità russe nella città di Kazan, in Tatarstan, nell'ambito delle indagini sugli attacchi ai fedeli musulmani nella regione, come riferisce Euronews.
A scegliere la reclusione volontaria in queste catacombe erano stati gli adepti di Faizrakhman Satarov, 85 anni. Autoproclamatosi profeta nel 1964, il leader della setta era stato scacciato dalla comunità musulmana proprio a causa delle sue posizioni estreme.
Il bunker costruito per i fedeli era un vero e proprio labirinto, composto da piccole stanze di 2 metri per 3, come riporta Le Point. “I locali sono celle senza luce naturale né ventilazione, ricavate nel seminterrato dell'abitazione” ha spiegato il procuratore della città. Ai fedeli non era permesso abbandondare il bunker per nessuna ragione, neanche per recarsi all'ospedale.
In queste cripte erano costretti a vivere anche 20 bambini e ragazzi, di un'età compresa tra i 18 mesi e i 17 anni, che immediatamente sono stati ricoverati. Tra questi vi è una ragazza incinta di 17 anni, e le autorità non escludono che i minori possano essere stati vittima di violenza sessuale.


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TROVATA BAMBINA MORTA NEL FREEZER DI CASA

Scongela il freezer e sul fondo scopre sua figlia

Ha aperto il freezer per scongelarlo e pulirlo. E sul fondo del congelatore, la macabra scoperta. Il corpicino di un neonato, nascosto lì da dieci anniQuel corpo era la piccola bambina che aveva avuto dalla sua ex moglie.
Immediatamente l'uomo ha chiamato la polizia. E ora la procura di Flensburg, nel nord della Germania, ha aperto un'inchiesta nei confronti della madre 49enne della piccola.
Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Dpa, la donna è sospettata di aver nascosto la bimba nel congelatore facendo invece credere al padre di aver avuto un aborto.
Resta da capire, ai fini dell'incriminazione, se la bambina è stata nascosta nel freezer dopo essere nata viva o morta.
La donna ha spiegato agli inquirenti che i fatti risalgono a metà del 2002 e che si trovava allora in uno stato confusionale dovuto alla nascita della figlia, la quarta avuta dall'uomo dal quale ha poi divorziato alcuni anni dopo.


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Londra shock. Aumentano i pedofili minorenni

L'NSPCC lancia l'allarme: “Sono sempre di più i teenager che abusano sessualmente di un minore”.

 -Anita Aurigemma- 4 settembre 2012-Un adolescente al giorno viene condannato dai tribunali inglesi per reati sessuali nei confronti di un bambino”.
 È la notizia shock pubblicata dal quotidiano inglese Daily Mail.
 Secondo uno studio effettuato dal NSPCC, National Society for the Prevention of Cruelty to Children, l'associazione inglese contro gli abusi sui minori, sono in aumento i casi di pedofilia che vedono protagonisti giovani ragazzi britannici.
 I dati sono allarmanti. Nel solo 2011 sono stati 357 i teenager  al di sotto dei 18 anni condannati per abusi sessuali su minori, di cui 136 in età compresa tra i 10 e i 15 anni.
 La causa sarebbe imputabile alla facilità di reperire materiale pornografico e alla sua diffusione incontrollata. Sempre più adolescenti, infatti, hanno facile accesso a video hard online. Conseguenza di ciò è una cattiva interpretazione dell'ambito sessuale, che porta i teenager a considerare normale rapporti non consensuali, abusi e violenze.
Jon Brown, responsabile del NSPCC, non nasconde la sua preoccupazione.
 “Questi dati sono un segnale d'allarme sul fatto che molti bambini hanno una visione distorta su ciò che dovrebbero realmente essere i rapporti sessuali. Il materiale porno diffuso influenza alcuni giovani a commettere i reati sessuali, e questo è un serio problema. E' assolutamente necessario che i bambini siano educati circa il lato oscuro della pornografia, e bisogna prendere provvedimenti immediati ogni volta che un ragazzo mostra segni di comportamenti sessualmente dannosi” spiega Brown.

Chiesa, denunciati 1.500 abusi sessuali Australia, un terzo sono contro minorenni

La chiesa cattolica in Australia ha ricevuto, solo quest'anno, almeno 1500 denunce di abusi sessuali commessi da parte di preti e religiosi, di cui circa un terzo su minori. Lo riferisce oggi il quotidiano "The Australian", precisando che il numero è quasi certamente una stima per difetto, poiché la Chiesa sostiene di non essere in grado di fornire una cifra nazionale accurata.
Il numero delle denunce viene ricavato da dichiarazioni di questi mesi rilasciate dagli arcivescovi di Sydney e di Melbourne. Circa due terzi dei reclami sono stati presentati nel Nuovo Galles del sud (la capitale della regione è Sydney) secondo la procedura chiamata "Towards Healing" ("Verso la riconciliazione"), stabilita nel 1996, oppure secondo il programma equivalente detto Melbourne Response. Molti di coloro che si sono sottoposti alle procedure dichiarano che l'esperienza li ha "nuovamente traumatizzati" o "ha rinnovato le sofferenze".

Una delle vittime ha criticato la mancanza di indipendenza, poiché i reclamanti sono stati "reintrodotti allo stesso ambiente patito nell'infanzia". Tra i vari casi, c'è la testimonianza di una donna le cui due figlie subirono abusi da un prete. La madre descrive l'esperienza come "altamente ingiuriosa" e "un trauma che si poteva evitare". Un'altra donna, questa volta adulta, che è stata aggredita sessualmente dal suo parroco, ha riferito di essere stata "gravemente traumatizzata" dalla risposta della Chiesa.

Un portavoce del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney e in precedenza di Melbourne, ha assicurato che "la gran maggioranza delle persone hanno accolto con favore l'approccio di Towards Healing".
Servizi Tgcom
 

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VINCENZO ALFARANO, Allenatore accusato di pedofilia, chiesto il rinvio a giudizio

VINCENZO_ALFARANO__-2LECCE - Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio di Vincenzo Alfarano, il 54enne di Tricase arrestato a ottobre scorso, su ordinanza di custodia cautelare, con l'accusa di violenza sessuale, induzione alla prostituzione e pornografia minorile, atti persecutori e molestie. A processo, per omessa denuncia, potrebbe finire anche un carabiniere di Tricase, che non avrebbe denunciato il 54enne. Nei prossimi giorni il gip Carlo Cazzella fisserà la data dell'udienza preliminare. Alfarano è assistito dall'avvocato Tony Indino.
Le indagini sono iniziate poco prima dell'estate passata quando il genitore di un ragazzo minore si presentò in caserma denunciando ai militari di aver rinvenuto nel telefono cellulare del figlio un sms dal contenuto inequivocabilmente sessuale. L'utenza da cui era arrivato il messaggio era quella di Alfarano, conosciuto con il soprannome di "presidente", poiché rivestiva tale carica in una società sportiva che avviava alla pallamano ed al calcetto molti ragazzini di Tricase. Dai primi accertamenti svolti è emerso che, in effetti, l'uomo aveva inviato numerosi sms al minore il cui contenuto faceva esplicitamente riferimento a rapporti sessuali. L'inchiesta ha permesso di stabilire che messaggi dello stesso identico tenore li ricevevano altri tre minorenni di Tricase due dei quali fratelli. In tutti i messaggi, l'uomo faceva riferimento a rapporti sessuali già intercorsi ed invitava i minori ad ulteriori incontri. Spesso l'uomo avrebbe scattato foto ai ragazzini nudi e girato dei brevi filmati nei quali immortalava i propri "partner".

Dalle indagini è emerso, inoltre, che in diverse occasioni l'uomo avrebbe offerto denaro e altri regali per ottenere le prestazioni dei ragazzini, ai quali avrebbe imposto il silenzio con minacce che andavano dal riferire ai genitori i brutti voti presi a scuola, o di infangarne la reputazione diffondendo la voce che erano omosessuali, poiché avevano avuto rapporti sessuali con lui. In un caso l'arrestato avrebbe costretto un minore a tacere: in caso contrario avrebbe inviato un imprecisato parente, militare della guardia di finanza, a far chiudere l'esercizio commerciale del padre del ragazzo. Dopo l'arresto, la moglie del 54nne ha consegnato una nuova sim-card agli inquirenti. Dalle risultanze della perizia, disposta dal pubblico ministero Carmen Ruggiero, sarebbero emersi nuove elementi probatori a carico dell'ex allenatore.

MALDIVE, FA SESSO FUORI DAL MATRIMONIO: FRUSTATE AD UNA RAGAZZINA DI 16 ANNI

ROMA - Un tribunale delle Maldive ha condannato una giovane di 16 anni alla fustigazione in pubblico per avere avuto relazioni sessuali fuori dal matrimonio. Lo hanno annunciato le autorità del Paese sfidando le pressioni delle Nazioni Unite che da tempo chiedono che vengano abbandonate le punizioni corporali nei confronti delle donne.
L'adolescente, il cui nome non è stato reso noto, ha riconosciuto le accuse ed è stata condannata secondo la legge della Sharia (legge islamica). La sua famiglia si era lamentata che la giovane intrattenesse una relazione con un uomo di 29 anni. L'uomo invece è stato condannato a dieci anni di prigione con l'accusa di avere avuto rapporti sessuali con una minorenne nel corso di un'udienza che si è tenuta domenica scorsa a Raa, un atollo isolato a 200 km a nord di Malè.
Secondo la giustizia locale la giovane potrà rifiutarsi di ricevere le frustate ma dovrà trascorrere otto mesi dietro le sbarre. Il tribunale ha precisato che la sentenza dovrà essere applicata quando la ragazza avrà raggiunto i 18 anni di età.

GB, SOLDATO 25 ENNE UCCIDE L'EX RAGAZZA DOPO CHE AVEVA ABORTITO

LONDRA - Assassinata dal suo ex fidanzato perché aveva abortito a sua insaputa. La vittima è Leanne McNuff mentre il presunto killer è un soldato di 25 anni, Ian Lowe. Il giovane è accusato di aver accoltellato a morte la ragazza dopo aver violato il suo account di Facebook e scoperto che aveva interrotto la gravidanza. E' accaduto nel mese di marzo di quest'anno a Droylsden, Greater Manchester. Oggi l'udienza davanti alla Corte di giustizia.
Lowe, con dei precedenti penali, era in libertà provvisoria al momento dell'omicidio, ma dinanzi alla giuria ha ricordato il suo operato per la Patria nelle missioni umanitarie. L'uomo nega di aver ucciso la compagna.

lunedì 3 settembre 2012

GANG DI ABORTI CLANDESTINI

http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/e6f7912efa87b459f3f2716913b557b6.pdf

PROF SI UNISCE AD ATTI DI BULLISMO IN CLASSE

WASHINGTON- Atti di bullismo in una scuola americana, ma questa volta a stupire il web c'è il fatto che tra i bulli c'è lo stesso professore. É accaduto lo scorso febbraio in una scuola dello stato di Washington, ma il video è stato diffuso sul web soltanto in questi giorni.
Il professore in questione è John Rosi, già accusato dai genitori di un 13enne di aver partecipato a un episodio di bullismo contro il figlio e incastrato con questo video.
Nel filmato si vedono una serie di ragazzi inizialmente scrivere sul piede della vittima che viene poi presa e trascinata per l'aula.

ASSOLDA KILLER SU FACEBOOK, QUINDICENNE CONDANNATO IN OLANDA

Un quindicenne olandese è stato condannato a un anno di detenzione per avere pugnalato a morte una ragazza dopo essere stato assoldato via Facebook per commetterne l'omicidio. Il caso, conosciuto come 'Facebook murder', ha causato in Olanda un dibattito molto diffuso sul ruolo dei social network nei crimini violenti. L'omicidio, avvenuto in gennaio ad Arnhem, città sul basso Reno, ha sconvolto soprattutto la comunità cinese olandese, alla quale appartengono tutti i giovani protagonisti.
La corte ha rilevato oggi che il ragazzo imputato non conosceva la vittima e che l'omicidio è avvenuto «su richiesta ed istruzioni di altri». Pertanto gli ha concesso tutte le attenuanti, oltre a quella della giovane età. La ragazza uccisa, Joyce Winsie Hau, 15 anni, ha litigato per settimane con i suoi migliori amici di Facebook, l'amica Polly, 16 anni, e il suo fidanzato, 17.
Secondo i media olandesi, la causa del litigio è stata l'accusa di una scappatella sessuale rivolta da Winsie a Polly, che avrebbe fatto infuriare la giovane coppia. Polly e il suo boyfriend avrebbero deciso di punire l'insulto pianificando per settimane via Facebook l'omicidio dell'amica. Attraverso il social network, i due hanno assoldato un coetaneo, Jinhua, all'epoca quattordicenne, chiedendogli di uccidere Winsie in cambio di una somma di denaro (alcuni media indicano 100 euro, altri 1.000) e la promessa di pagargli da bere. Secondo il ministro della Giustizia olandese, la pianificazione sarebbe andata avanti per settimane via Facebook e via telefono: la coppia avrebbe dato a Jinhua l'indirizzo di Winsie riferendogli quando l'avrebbe trovata sola in casa e lo avrebbe ripetutamente minacciato di morte se non avesse commesso il delitto.
In una lettera al giudice, il padre di Winsie ha scritto: «Mi chiedo ogni giorno come queste persone possono averla uccisa solo per un litigio. Noto che i ragazzi stanno diventando sempre più violenti. Non sono rispettosi. Loro non pensano agli altri. Spero che lei, in quanto giudice, politico, genitore, e la società intera facciate qualcosa per fermare questo». Dopo avere sentito la lettura della sentenza, l'uomo ha dichiarato di non essere felice per la condanna ad un anno, ma ha aggiunto: «ciò è quanto la legge stabilisce. Noi siamo senza potere così come lo sono le autorità».

PIACENZA CHOC, GEMELLINE DI 3 MESI VIVONO IN AUTO. "È LA 'CASA' DEI LORO GENITORI"

Il sediolino posteriore dell'auto in cui i genitori vivono da anni era diventata la dimora anche di due gemelline di tre mesi, che condividevano lo stesso passeggino singolo. La situazione è stata scoperta dalla sezione Minori della Questura di Piacenza che, insieme al servizio tutela minori dei servizi sociali del Comune emiliano, in poche ore hanno trovato una soluzione, collocando la mamma e le piccine, che godono buona salute, in una struttura protetta. Il padre dovrà trovarsi una sistemazione. La Procura dei minori di Bologna ha aperto un'inchiesta.

Protagonista della vicenda una coppia di trentenni originari di Crotone, che da anni vivono girando l'Italia senza fissa dimora e senza occupazione, utilizzando le mense Caritas e vivendo in auto, una Fiat station wagon, o in alloggi di fortuna. A maggio la donna aveva dato alla luce le gemelline e da poco meno di due settimane la famigliola aveva raggiunto Piacenza. La polizia - ricevuta una segnalazione che riferiva delle neonate costrette a vivere nell'abitacolo di una vettura - ha avviato le ricerche, in stretto raccordo con i servizi sociali; grazie anche alla collaborazione dei volontari della Ronda della Carità, la famiglia è stata rintracciata nella mensa dei frati cappuccini e seguita per qualche ora, poi mamma e bimbe sono state prese in carico dai servizi sociali.

IL COMUNE ACCOGLIE BIMBE E MAMMA I genitori infatti, lui elettricista specializzato con partita Iva ma privo di un'occupazione stabile, lei disoccupata, erano arrivati a Piacenza da una decina di giorni, in cerca di lavoro, dopo aver vissuto per qualche tempo in altre città del Nord-Italia. A Piacenza erano giunti perchè avevano dei conoscenti, tra cui un amico che li avrebbe ospitati per qualche giorno. Tuttavia la coppia non aveva ancora trovato casa. Non solo. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, la famiglia aveva usufruito della mensa pubblica offerta dai frati agli indigenti. Dopo i primi tentennamenti dovuti al timore di un provvedimento a loro carico, la coppia, avvicinata dagli agenti, ha spiegato la propria situazione di difficoltà economica e si è lasciata aiutare. Viste le buone condizioni di salute delle bambine, nei loro confronti non è scattato alcun provvedimento. Entrambi mantengono pienamente la patria potestà.

Egitto, tornano le giornaliste con il velo

Una giornalista con il velo ha presentato il telegiornale della tv pubblica egiziana, facendo così cadere il divieto, istituito dall'ex presidente Hosni Mubarak, che impediva alle donne velate di apparire alla televisione di Stato.
Non è la prima volta che il nuovo presidente egiziano, Mohamed Morsi, in carica dallo scorso giugno ed esponente della Fratellanza Musulmana, dà il via libera alle donne con il velo nei canali pubblici: già nel luglio scorso, infatti, Lamiaa Mouafi, corrispondente della tv di Stato presso la presidenza, era stata reintegrata nel servizio pubblico nonostante lo hijab.
Ora anche Fatma Nabil, presentatrice del telegiornale, ha fatto la sua comparsa all'ora di pranzo indossando un velo beige, contravvenendo all'antico obbligo di togliersi lo hijab per apparire nei canali della tv di Stato.

Il nuovo ministro dell'informazione, Salah Abdel Maqsood Metwalli, ha dichiarato che non esistono motivi «per un simile divieto». Affermazione che fa eco al capo redattore responsabile per gli inviati della tv pubblica, Khaled Mahanna, che mesi fa aveva già fatto presente che le giornaliste velate, che prima lavoravano solo negli uffici, «sono già comparse in video dopo la rivoluzione», sottolineando altresì che «questa scelta non ha nulla a che vedere con l'elezione alla presidenza di Mohamed Morsi», uomo politico vicino ad ambienti islamici.
Eppure, considerato quello che a molti può sembrare un passo indietro, resta il dubbio che la questione nasconda il desiderio di compiacere il nuovo potere. Il cui riferimento alla legge coranica, peraltro sempre dichiarato da Morsi, appare ogni giorno più evidente.

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