sabato 25 agosto 2012

UGANDA: BAMBINE SCHIAVE DEL SESSO, BAMBINI SOLDATI ARMATI

STRAPPATA AL CONVENTO – Grace è una delle 30 ragazze strappate al Convento di Santa Maria di Aboke, nel nord dell’Uganda, e con la forza condotte in un campo militare del Sudan. Uno dei tanti casi raccapriccianti di giovanissimi strappati alla loro serenità.
Kony e i suoi guerriglieri in 25 anni di scontri hanno costretto oltre 60mila bambini ad armarsi e combattere, e causato la migrazione interna di oltre due milioni di persone. Le bambine rapite diventavano vere e proprie schiave sessuali. I maschi, manovalanza per combattere con le armi.

“HO PENSATO DI MORIRE” – “Ho pensato che la mia vita sarebbe finita”, dice oggi la giovane Grace ricordando i momenti del rapimento ad opera di guerriglieri sporchi e aggressivi. “Avevo sentito molto parlare di loro, erano pericolosi e potevano uccidere. Sapevo – continua la ragazza – che una volta presa poteva essere la fine”.
L’attenzione sulla questione ugandese è stata sollevata da un video di successo pubblicato sul web nel mese di marzo. Il documentario, dal titolo Kony 2012 e della durata di 30 minuti, postato su YouTube e Vimeo, e realizzato dal regista Jason Russel, è riuscito ad incassare oltre 100 milioni di visualizzazioni. Ma è stato anche accusato di essere uno strumento per promuovere l’utilizzo di militari americani in Uganda.

VIOLENZA IMPUNITA – Grace racconta di aver visto persone colpite con un machete, di essere stata impossibilitata ad opporsi al volere dei molestatori. La bambina, ripetutamente violentata da un membro anziano del gruppo di guerriglieri, riuscì a scappare solo quando l’esercito ugandese riuscì ad individuare ed attaccare la base.
“Mi sento come se qualcosa fosse stato preso da me. Come qualcosa di importante fosse stato strappato per sempre”, ripete oggi. Come lei tanti bambini hanno subito simili abusi: “Non ho avuto scelta o sarei stata uccisa”, dice la 15enne ribadendo l’impossibilità di opporsi all’orco. Dolore, amarezza, voglia di rinascita. Mentre i responsabili dell’orrore restano impuniti. Nel 2005 Kony è stato incriminato per crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale, ma è riuscito ad evitare la cattura.

LARA CROFT: VITTIMA DI UNO STUPRO... ALLA GOGNA I VIDEOGIOCHI

Le attiviste sono in rivolta e in rete, si è tornato a discutere sul ruolo delle donne nei videogiochi: per alcuni troppo spesso rappresentate come bambole gonfiabili, con il seno enorme e quasi sempre svestite
Le femministe di mezzo mondo in rivolta contro i creatori di Lara Croft. Sul web è rimbalzata la notizia che nel prossimo episodio di Tomb Raider, in uscita nel 2013, dal titolo The Guardian of Light, Lara Croft sarà vittima di uno stupro. Ed è subito polemica. Lara, che nelle pellicole tratte dal videogame è interpretata dalla sexy Angelina Jolie, è considerata un'icona di forza, indipendenza e bellezzama questa volta l'eroina senza paura lascia spazio a una donna sottomessa e indifesa e, in rete, si è tornato a discutere sul ruolo delle donne nei videogiochi: per alcuni troppo spesso rappresentate come bambole gonfiabili, con il seno enorme e quasi sempre svestite.

Le reazioni - Per le attiviste francesi questo è il classico esempio di come lo stupro venga spettacoralizzato e confuso con la pornografia. Le Monde dedica un’intera pagina alla vicenda e in un blog si legge: “Si tratta di un immondo eufemismo per occultare la realtà della violenza”. Mentre su un sito specializzato in videogiochi l’episodio viene esaltato e definito “eccitante”.

Il chiarimento -
Il direttore di Eidos, la casa produttrice del videogioco, ha tentato di chiarire le parole del produttore del gioco, Ron Rosenberg, che hanno acceso la miccia. Secondo Gallagher, quanto detto da Rosenberg è stato mal interpretato e che non esiste nessun tema sessuale nel nuovo Tomb Raider. "Vogliamo regalare ai giocatori un’esperienza di gioco intensa, drammatica e appassionante e mi dispiace se alcune parole sono state capite nella maniera sbagliata. In futuro faremo più attenzione".

TRISTE ELENCO...

Dodici cadaveri senza un assassino
La triste fine delle prostitute nigeriane
Torino
Tangenziale Nord, 14 marzo 1994, 
 
Viviane Lahor, 24 anni, fu gettata da
un’auto in corsa, uccisa a coltellate. Il 1 novembre 1994 Sherry Osame

Cooper, 20 anni, fu pugnalata alla schiena a Nichelino. Il 20 febbraio
‘95, in frazione Barauda di Moncalieri, tocca Esohe Rihien, 22 anni, prima strangolata e poi gettata nel Po. Il 25 marzo ‘95 Bose Iyoyoihe

Osaze, 23 anni, fu accoltellata nei boschi di Avigliana. Il 18 aprile
del ‘95 la campana a morto suonò per Efemo Osawe Osaretin, 26 anni, e Igbinidum Lizzy, 27 anni, accoltellate. Il 5 agosto ‘96 scomparve Kate
Ugochi Juliet Ipke, 25 anni, assassinata.

Nel 2004. Joy Isoken, 23 anni fu uccisa con un colpo di fucile in un bosco tra Robassomero e Ciriè. Nel marzo 2008 tocca a Sandra Enage, 38 anni, nigeriana, detta «Nina». Strangolata in un gabbiotto Iren, zona Pellerina.

Sherry Osame Cooper fu uccisa da «quattro colpi inferti nella regione sottoscapolare destra da un’arma da punta, uno stiletto, un punteruolo o un cacciavite; il 25 marzo 1995,nel bosco di Rio Freddo, San Michele di Avigliana, l’assassino uccide anche Harbas Becir, 31 anni, bosniaco, oltre a Bose Iyoyogie Osgie, 26 anni, nigeriana. L’uomo con «19 coltellate inferte al fianco destro, alla guancia destra, alla nuca e al collo», la donna trafitta da 14 fendenti. Il 18 aprile 1995
furono trovati i corpi di Hebovan Hamenaumou, 30 anni e Osawe Efomo, 26. «All’altezza del km 3 della strada provinciale Candiolo-Orbassano, rinvenuti due cadaveri...».
L’ultima vittima alla Pellerina. Il corpo di Sandra Enage, chiamata
«Nina», venne trovato in una cabina elettrica all’interno del parco il 24 marzo 2008

VIOLENTATA DURANTE LA SAGRA DEL PAESE


VICENZA - Violentata a 17 anni durante la sagra. La polizia sta indagando su un gravissimo episodio avvenuto una ventina di giorni fa, ma di cui è trapelato qualcosa solo nelle ultime ore. I dettagli sono scarsi.

Siamo agli ultimissimi giorni di luglio. Una ragazza di 17 anni di Bassano - che chiameremo Sonia - la sera va con alcune amiche a una Festa della birra che è stata organizzata negli impianti sportivi di Pove. È tempo di vacanze, fa caldo; le adolescenti hanno voglia di divertirsi e di rinfrescarsi. Al banco conoscono dei ragazzi poco più grandi; battute, risate, tutt’attorno tanta gente e la classica, allegra atmosfera di un raduno di paese. Sonia fa amicizia con un giovanotto, questi le propone di fare due passi e i due si allontanano; purtroppo le amiche della 17enne non ci fanno caso più di tanto. A questo punto la storia si fa oscura. È possibile, per un elemento cui accenneremo più avanti, che in un primo momento i due siano andati a bere qualcosa da qualche altra parte.

Viene superata la mezzanotte, le coetanee vorrebbero tornare a casa, ma Sonia non c’è. La chiamano al telefonino, nessuna risposta. Si mettono a cercarla e dopo più di un’ora la trovano: è inebetita, in lacrime, coi vestiti in disordine, ai margini estremi della struttura, dove esiste un’area verde defilata. «Mi ha violentata», mormora sotto choc la ragazza. Del giovane nessuna traccia. Le amiche la assistono, una ha la patente e l’auto e porta la compagna al pronto soccorso dove lo stupro viene confermato.

La mattina seguente Sonia, coi genitori, sporge denuncia in commissariato. Gli ispettori iniziano subito le indagini, ma hanno parecchie ore di svantaggio. La 17enne ha ricordi confusi, non riesce a descrivere compiutamente il bruto e i luoghi attraversati. Gli inquirenti sospettano che da qualche parte, fuori della sagra, con la scusa di bere qualcosa di diverso, sia stata drogata, un fatto simile era avvenuto pochi giorni prima in una nota località balneare dell’Adriatico.

Narcotizzata, Sonia probabilmente è stata trascinata nella vegetazione senza opporre resistenza. Questo spiegherebbe il vuoto di memoria e soprattutto il fatto che nessuno degli organizzatori della kermesse (interrogati) si è accorto di alcunché. Ovviamente sono state sentite anche le amiche, che però non sono state in grado fornire molti dettagli. Buio sul telefonino che sarebbe scomparso. Il soggetto in questione sarebbe un italiano, sui 22-25 anni, alto. Gli ispettori stanno tentando in tutti i modi di individuarlo. Possibile che tra tanta gente nessuno abbia notato qualcosa?

RISPOSTA DI EVE ENSLER SULLA PAROLA "STUPRO"A TODD AKIN

Onorevole Todd Akin,

le scrivo riguardo allo stupro. Sono le due di notte e non riesco a dormire qui nella Repubblica Democratica del Congo. Mi trovo a Bukavu nella City of Joy per servire e sostenere e lavorare con centinaia, migliaia di donne che sono state stuprate e violate e torturate in questa incessante guerra per i minerali combattuta sui loro corpi.
Mi trovo in Congo ma le potrei scrivere da una qualsiasi località degli Stati Uniti, Sud Africa, Regno Unito, Egitto, India, Filippine o da uno dei tanti campus dei college statunitensi. Le potrei scrivere da una qualsiasi città o villaggio dove mezzo miliardo di donne del pianeta viene stuprato nel corso della sua vita.
Mr. Akin, le sue parole mi hanno tenuta sveglia.

In quanto sopravvissuta allo stupro, mi sto riprendendo dalla sua recente affermazione di essersi espresso male quando ha detto che le donne non restano incinte dopo uno stupro legittimo e che stava parlando "a braccio".
Intendiamoci. Lei non ha fatto una semplice osservazione superficiale buttata lì. Lei ha fatto una dichiarazione molto specifica dettata da ignoranza che indica chiaramente che non ha alcuna consapevolezza di che cosa significa essere stuprati. E non una dichiarazione casuale, ma una fatta con l'intenzione di regolamentare per legge l'esperienza di donne che sono state stuprate. Forse ancora più terribile: era una finestra nella psiche del Gop (Grand Old Party, ovvero il Partito Repubblicano, n.d.t.).

Lei ha usato l'espressione stupro "legittimo" come se esistesse anche lo stupro "illegittimo".
Cercherò di spiegarle l'effetto che ha sulle menti, cuori e anime dei milioni di donne che vengono stuprate su questo pianeta. È una forma di stupro reiterato. Il presupposto alla base della sua affermazione è che non ci si deve fidare delle donne e delle loro esperienze. Che la loro comprensione di cosa è lo stupro deve essere stabilita da un'autorità superiore, più qualificata.
Così facendo vengono delegittimati, minati e sminuiti l'orrore, l'invasività, la profanazione che hanno sperimentato. Questo le fa sentire sole e impotenti tanto quando si sentivano al momento dello stupro.
Quando lei, Paul Ryan e 225 dei vostri cofinanziatori giocate con le parole sullo stupro insinuando che solo lo stupro "forzato" debba essere trattato seriamente come se tutti gli stupri non fossero forzati, fate riaffiorare una marea di ricordi sul modo in cui gli stupratori si sono divertiti con noi mentre venivamo violentate - intimidendoci, minacciandoci, riducendoci al silenzio. Il vostro giocare con parole come "forzato" e "legittimo" è giocare con le nostre anime che sono state spezzate da peni non voluti che ci entravano dentro, strappando la nostra carne, le nostre vagine, la nostra coscienza, la nostra fiducia in noi stesse, il nostro orgoglio, il nostro futuro.

Ora lei dice di essersi espresso male quando ha detto che uno stupro legittimo non può causare una gravidanza.
Credeva forse che lo sperma di uno stupratore sia diverso dallo sperma di un amante, che si verifichi un qualche misterioso processo religioso e che lo sperma dello stupratore si autodistrugga per via del suo contenuto malefico? O stava forse insinuando che le donne e i loro corpi sono in qualche modo responsabili di rifiutare lo sperma di uno stupro legittimo, mettendo ancora una volta l'onere su di noi?
Ciò che ha detto sembrerebbe implicare che restare incinta dopo uno stupro indica che non era uno stupro "legittimo".

Ecco cosa le chiedo di fare.
Voglio che chiuda gli occhi e immagini di essere nel suo letto o contro un muro o rinchiuso in un piccolo spazio soffocante. Immagini di essere legato lì e immagini che un estraneo amico o parente aggressivo, indifferente, invasato le strappi i vestiti di dosso e penetri il suo corpo - la parte più personale, sacra, privata del suo corpo - e che si faccia strada dentro di lei con tale violenza e odio da lacerarla. Poi immagini lo sperma di questo estraneo schizzare dentro di lei e riempirla senza potersene liberare. Sta piantando qualcosa dentro di lei. Immagini di non avere alcuna idea di che cosa consista quella vita, spiritualmente concepita nell'odio, senza conoscere lo stato mentale o fisico dello stupratore.
Poi immagini che arrivi una persona, una persona che non ha mai sperimentato lo stupro, e che quella persona le dica che non ha altra scelta se non tenere il prodotto di quello stupro che le cresce dentro contro la sua volontà e che quando sarà nato avrà il volto del suo stupratore, il volto della persona che ha sostanzialmente distrutto il suo essere e lei dovrà guardare quel volto ogni giorno della sua vita e verrà giudicato severamente se non riuscirà ad amare quel volto.

Non so se riesce a immaginare niente di tutto questo (una posizione di comando richiederebbe questo tipo di empatia), ma se è disposto a scendere nel cuore di queste tenebre, capirà presto che non c'è nessuno che possa fare la scelta di avere o non avere quel bambino se non la persona che lo porta dentro.
Ho passato molto tempo con le madri che hanno dato alla luce bambini che sono il prodotto di uno stupro. Ho visto come si torturano lottando contro il loro odio e la loro rabbia, cercando di non proiettarli sui propri figli.
Chiedo a lei e al Gop di uscire dal mio corpo, uscire dalla mia vagina, dal mio utero, di uscire da tutti i nostri corpi. Queste non sono decisioni che sta a voi prendere. Queste non sono parole che sta a voi definire.
Perché non usate il vostro tempo per porre fine allo stupro invece di ridefinirlo? Usate le vostre energie per perseguire i criminali che distruggono le donne con tanta facilità invece di fare distinguo linguistici usando un linguaggio manipolativo che minimizza la loro distruzione.
E a proposito, ha appena dato a milioni di donne un'ottima ragione per fare in modo che non venga eletto mai più, e un'ottima folle ragione per insorgere.

Eve Ensler
Articolo originale su Huffpost, traduzione di Flavia Vendittelli per Globalist

INDIA: AGGREDITA PERCHE' PARTORISCE UNA FEMMINA

Una donna indiana, incinta di otto mesi e madre di quattro figlie, e' stata torturata a sangue dal marito e dai parenti di lui come ''punizione'' per essere probabilmente in attesa di una quinta femmina. Lo racconta oggi The Times of India. La vicenda risale al 16 agosto scorso ma e' emersa solo ora dopo che un giudice ha ordinato la formalizzazione della denuncia contro i protagonisti dell'incredibile aggressione. E' noto che nelle fasce piu' arretrate della societa' indiana la nascita di una femmina e' considerata una specie di disgrazia, e piu' se le figlie si moltiplicano.

Per questo che la donna, di nome Ganga ed originaria del villaggio di Golia nello Stato del Rajasthan, viveva gia' separata insieme a quattro bambine in una casa della Balotra Housing Board Colony. La settimana scorsa, indica il giornale, il marito di Ganga, Chain Singh Rajpurohit, l'ha riportato nella c

asa del villaggio dove in presenza dei parenti l'ha rimproverata di accingersi a partorire ancora una volta una bambina (un dato che in India per legge e' proibito accertare prima della nascita, ndr.).

Passando a vie di fatto l'uomo ha cominciato a picchiarla, sostenuto da sua madre e da due altri parenti, utilizzando anche una spranga di ferro arroventata. Per le grida strazianti della donna una figlia di dieci anni ha cercato di difenderla, ma invano e procurandosi anche lei gravi ustioni al corpo. Al giudice, che si accinge a processare l'uomo ed i suoi famigliari, la donna ha detto che la tortura doveva servire a facilitare la rescissione del matrimonio e a permettere al marito di sposarsi nuovamente, come desideravano i suoi genitori.

venerdì 24 agosto 2012

MESSAGGIO DA PARTE DI UNA LETTRICE DEL BLOG

Pubblico il messaggio di una lettrice del blog A.P.


Buonasera...non la conosco, ma volevo complimentarmi con lei per il suo blog...denncia un dramma sociale di cui in molte, anche se in modi diversi, siamo vittime...un giorno magari le racconterò la mia, mi farebbe molto piace....buona serata e scusi per l'invadenza.

Ringrazio la lettrice per i complimenti, e vorrei che vi rivolgeste a me con tono informale, in fin dei conti non sono poi così vecchia :) Nessuna invadenza, anzi il piacere è mio di poterti ascoltare. Grazie! 
Il blog nasce con l'intento di dare spazio e voce a tutti coloro che vogliono denunciare. Facciamoci sentire, senza censure, senza paure, la Verità non ha modulatore di tono. Deve essere cassa di risonanza. Grazie ancora!

70ENNE ADESCAVA BAMBINI SU FACEBOOK FINGENDOSI MINORENNE

Aveva creato su Facebook un profilo con il suo nome vero ma con la foto di un bambino per cercava di adescare minori. Nell'appartamento dell'uomo, 70 anni, residente a di Villalba, frazione di Guidonia, la polizia ha trovato materiale pedopornografico. L'anziano è stato denunciato.

Le indagini sono partite dopo la denuncia anonima di alcuni genitori preoccupati per la sorte dei loro figli. Verso la fine di luglio, gli investigatori del commissariato di Guidonia, diretti da Alfredo Luzi, appreso che un anziano della zona acquisiva, mediante internet e social network su cui si era anche registrato con il proprio nome ma con la foto di un bambino, materiale pedopornografico, hanno segnalato il fatto all'Autorità Giudiziaria. L'indagine ha consentito di accertare che l'uomo acquisiva il materiale, lo registrava su una memory-card e poi lo diffondeva per adescare sessualmente giovani minorenni.

La segnalazione, giunta in forma anonima, è stata fatta da un genitore dopo aver scoperto che la figlia di 11 anni aveva una memory card contenente materiale pornografico. Il genitore, seriamente preoccupato, ha dapprima tranquillizzato la bambina acquisendo ulteriori particolari, per poi riferire il tutto al personale della Squadra Anticrimine dell'Ufficio di Polizia di Guidonia, che, ha avviato le indagine per verificare la veridicità della segnalazione. Nel frattempo ci sono state altre segnalazioni anonime da parte di altri genitori disperati, i quali riferivano di preoccupanti adescamenti dei propri figli da parte di un'anziano.

La perquisizione a casa dell'anziano. Ieri gli investigatori sono andati nell'abitazione del sospettato, in località Villanova di Guidonia. Durante il controllo, resosi conto di essere stato ormai scoperto, l'anziano ha deciso di collaborare, consegnando, spontaneamente, tutto il materiale informatico che aveva nell'abitazione, anche, a suo dire, per purificarsi dei pesanti sensi di colpa che lo stavano angosciando. Al termine degli accertamenti è stato denunciato in stato di libertà per possesso di materiale pedopornografico. La polizia ha anche chiesto all'Autorità Giudiziaria, anche un provvedimento restrittivo in materia di reati di pedofilia minorile.

LA PERDITA DELLA MEMORIA...STRADA A BENITO MUSSOLINI!!!

Per la prima volta dal dopoguerra, viene intitolata una strada a Benito Mussolini. Succede in Sardegna, ad Orgosolo. Ieri, con una cerimonia a cui erano presenti le massime autorità locali, è stata infatti inaugurata la Via Benito Mussolini, nella periferia del comune del sassarese.
Immancabili, sono arrivate le proteste di chi ritiene sconveniente la decisione dell’ amministrazione comunale (tra l’ altro un’ amministrazione di centro-sinistra).
Particolarmente caustico è Salvatore Cadeddu, 31 anni, presidente del locale circolo A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’ Italia): “Noi non accettiamo chenel nostro comune, da sempre all’ avanguardia nella lotta al Fascismo, venga dedicata una strada a Benito Mussolini. In qualità di responsabile del circolo A.N.P.I., ed a nome di tutti coloro che, come me, hanno vissuto sulla propria pelle gli orrori del Fascismo ed hanno preso parte attivamente alla Resistenza, farò ogni cosa sia nelle mie possibilità, per abolire questa strada, ancora più inaccettabile se si pensa che ad un solo isolato di distanza è presente Via Matteotti, il deputato socialista che venne fatto uccidere da Mussolini. La Resistenza vive ancora, e noi Partigiani, oggi come 70 anni fa, siamo qui per impedire al Fascismo di rialzare la testa. Chiamo pertanto a raccolta tutti gli ex combattenti della Resistenza, perchè questa, per noi, sarà una vera e propria guerra”.
Di parere opposto il Sindaco: “Riteniamo che, a 90 anni dall’ avvento del Fascismo, sia ora, per noi, di mettere una pietra sopra le divisioni e gli odi politici. Il Fascismo è morto e sepolto. Dedicando una strada al Duce, abbiamo semplicemente voluto ricordare l’ uomo e lo statista Mussolini, dandogli finalmente atto delle tante cose buone da lui fatte per il bene del popolo italiano, popolo a cui era legato da sincero amore. La seconda guerra mondiale ha, purtroppo, portato lutti e sofferenze, ma non possiamo dimenticare le riforme e le innovazioni che Mussolini ha portato all’ Italia nei precedenti 15 anni di pace. Sono sicuro che i miei concittadini apprezzeranno tale gesto, per non parlare del ritorno economico che la dedica di una strada al Duce porterà nelle casse di Orgosolo: tantissimi, infatti, saranno i turisti che verranno qui da noi per farsi fotografare su questa strada. Se finora Predappio, la città natale del Duce, si è arricchita grazie al flusso di ammiratori di Mussolini, ora anche Orgosolo si appresta a diventare meta turistica per chi non ha mai dimenticato la figura di Mussolini”
A questo punto, non ci resta che attendere gli sviluppi di una vicenda che, ne siamo certi,non finira' qui'.

DENUNCIARE!!

Ricevo e pubblico un articolo inviatomi da un lettore del blog... GRAZIE!!!  

Uomini "se così possiamo definirli", che picchiano le proprie compagne di vita, per poi nascondersi dietro una scusa.

Molte volte danno la colpa alla religione o semplicemente alla gelosia.
Ma credetemi non sono mai né l'una né l'altra.

L'uomo che arriva a picchiare una donna, è una BESTIA sentimentalmente frustrato ed impotente.
Sono rimasto sconvolto, per due episodi portati in evidenza da i principali Mass-Media:
Ricordate sicuramente il caso della 17 enne marocchina picchiata, segregata e frustata con il filo elettrico dal padre, perché indossava jeans e t-shirt "troppo occidentali".

Pensate che un 40 enne italiano, per quasi 20 giorni ha tenuto segregata la compagna, accecato dalla "gelosia".
 L'ha picchiata e seviziata per venti giorni: legata al letto con catene, percossa, stordita con psicofarmaci, sigarette spente sulla pelle e una lama da taglio passata sul corpo.

I due casi sono stati trattati dai Mass-media in maniera differente.

Dando la colpa all'integralismo religioso nel primo caso e parlando di "gelosia che acceca" nel secondo.

Queste bestie disumane che massacrano di botte le donne, per poi cercare scuse al loro operato, sono semplicemente falliti della vita, che si crede superiore e non vale la metà della soletta delle scarpe indossate dalle donne su cui esercita la violenza.

Non è l'Islam che spinge a picchiare le donne, senza per questo negare la presenza di certi integralismi religiosi, non certo solo musulmani, nel mondo.

 E non è mai la gelosia, o il "troppo amore", come ancora si sente chiamare, che spinge un uomo a segregare in casa una donna.

Chi compie queste azioni, NON VI AMA.

Non dovete giustificarli, non dovete avere terrore, dovete avere fiducia prima in voi stesse e poi nelle autorità competenti.

La parola d'ordine è "DENUNCIARE", anche se n molti casi non ê servito a nulla per via dell'indifferenza ed incompetenza di "uomini di legge" che non hanno saputo valutare la gravità del fatto.

Esiste un numero contro la violenza sulle donne, composto da personale altamente qualificato: 1522, un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.

Andrea Mavilla


giovedì 23 agosto 2012

Auto-test per HIV

L’americana Food and Drug Administration (FDA) ha approvato il primo test privato per HIV, permettendo così alle persone di effettuare il test a casa propria, ottenendo i risultati preliminari in meno di 30 minuti. “Conoscere il proprio stato è un fattore importante nel tentativo di impedire la diffusione del virus HIV”, ha detto in un comunicato il dottor Karen Midthun, direttore del Centro valutazione e ricerche biologiche della FDA. “La possibilità di eseguire un test privatamente fornisce un’altra opzione per combattere l’HIV”. Il test, prodotto dalla OraSure, era già stato approvato per le cliniche mediche. Il nuovo test privato, chiamato OraQuick, sarà venduto nei supermercati e nelle farmacie americane a partire dal mese di ottobre. Il test per identificare il virus dell’immunodeficienza umana, che causa l’AIDS, è diventato sempre più semplice e veloce da usare fin dalla sua sperimentazione negli anni 80. Nel 2002 la FDA ha approvato il test per le cliniche ed ha iniziato ad esplorare la possibilità di approvare un test privato a partire dal 2005. Ora il test è operativo, anche se la FDA sottolinea che i risultati di un auto-test, che funziona rilevando anticorpi passando un tampone sulle gengive, non devono essere considerati definitivi. L’FDA consiglia a chiunque riscontri un risultato “positivo” di contattare il proprio medico per le verifiche del caso. Precedentemente, la FDA aveva approvato un test HIV da farsi a casa, ma i campioni dovevano essere inviati ad un laboratorio per l’analisi. I Centri federali per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie stimano che, delle 1.200.000 persone che negli Stati Uniti hanno contratto l’ HIV, 1 su 5 non è a conoscenza dell’infezione. E si pensa che, dei 50.000 nuovi casi stimati ogni anno, la stragrande maggioranza siano persone che non sono state testate. La FDA ha anche richiesto alla OraSure di approntare un call center disupporto agli utenti dell’auto- test.

Adolescente crea test per scoprire il cancro

Jack Andraka è uno studente quindicenne americano; gli piace il kayak e guardare la serie Glee alla TV. Quando ha del tempo libero, si butta nella ricerca in uno dei più accreditati laboratori sul cancro del mondo. Ed è così che ha creato un test per il cancro al pancreas che è 168 volte più veloce e 1000 volte economicamente più conveniente degli esistenti.
 Ha fatto domanda per brevettare il suo test ; nel frattempo continua ad effettuare ricerche presso la Johns Hopkins University nella città statunitense di Baltimora. E lo ha fatto utilizzando Google. Ritirando il premio di 75.000 dollari presso l’International Intel Science & Engineering Fair lo scorso maggio, ha detto di aver avuto un grosso aiuto, per creare il test, dai motori di ricerca e dai documenti scientifici gratuiti messi on line. Matt Danzico, della BBC, era seduto accanto al giovane il quale gli ha confidato di aver concepito l’idea mentre cercava di rilassarsi durante l’ora di biologia.

Pegli, si masturba sul lungomare davanti ai ragazzini: 34 enne denunciato per atti osceni


pegli

 

 Pegli. Incurante della presenza di molti ragazzini, si masturbava sul lungomare di Pegli, nei giardini antistanti l’Hotel Mediterrané. A far scattare l’allarme è stato un cittadino che passava di lì in quel momento e ha chiamato il 113.

Giunti sul posto indicato, gli agenti hanno incontrato chi li aveva avvertiti, che ha raccontato che poco prima, un giovane vestito con un costume da bagno ed una maglietta bianca con disegnato un orso, si era seduto su una panchina, per poi sfilarsi gli slip e iniziare a “toccarsi” ripetutamente.
Il testimone ha avvisato i poliziotti di non aver perso di vista lo straniero, precisando che si trovava a bordo di un aut obus della linea 1, in partenza in quel momento. Gli operatori hanno provveduto a fermare il mezzo pubblico e a individuare la persona descritta poco prima, un cittadino ecuadoriano di 34 anni, in regola con il permesso di soggiorno.
Il 34enne è stato accompagnato presso gli Uffici della Questura per gli accertamenti di rito ed è stato denunciato per il reato di atti osceni in luogo pubblico.

Colombia: triste primato di donne sfigurate con l'acido

Nonostante la maggior parte dei massmedia occidentali lascino intendere che le aggressioni con l’acido ai danni delle donnesiano una prerogativa dei paesi musulmani, collettivi di donne e associazioni per i diritti umani denunciano la crescita allarmante dei casi di donne deturpate dall’acido in America Latina.
Secondo dati diffusi dall’organizzazione Acid Survivors Trust International (ASTI) nel mondo sono 500.000 ogni anno le persone deturpate dall’acido, di queste l’80% sono donne, mentre tra coloro che usano l’acido contro un’altra persona il 90% sono uomini.
Le cifre parlano da sole, ma sbaglierebbe chi pensasse che l’epicentro del fenomeno siano paesi del sud est asiatico, o l’Africa subsahariana, o l’India occidentale e il medio oriente.
Collettivi di donne e associazioni per i diritti umani denunciano infatti la crescita allarmante dei casi di donne deturpate dall’acido in America Latina, ed in particolare in Colombia dove nel solo 2011 sono 42 donne che hanno denunciato attacchi con l’acido.
Nel 2010 i casi erano stati 97 procurando a quel paese il primato assoluto dei casi di attacco con acido (in percentuale l’1,84 contro ad esempio l’1.77 del Bangladesh).
"La cifra sarebbe anche più alta considerati gli elevati livelli di impunità e su cui possono contare gli aggressori e il vero e proprio terrorismo sessuale che pesa sulle vittime" scrive il sito Feminicidio.net.
Il reato di attacco con l’acido non è tipificato in Colombia, dove viene considerato alla stregua di una qualunque aggressione personale e pertanto il Colectivo “No más agresiones con ácidos” è attualmente impegnato in una campagna per riformare il Codice penale che ha dato qualche frutto: lo scorso 14 maggio il parlamento ha infatti previsto un aumento di pena (da 2 a 14 anni).
Ma siamo ancora lontane dal riconoscimento che si tratta di un reato di genere per molti versi simile al femminicidio come chiedevano associazioni femministe e femminili del paese, e ancora più lontane dallo sradicamento della cultura che lo alimenta.
Meno certi i dati relativi al Messico dove comunque i casi denunciati sembrano essersi conclusi con condanne lievi o addirittura con la libertà senza aver scontato un giorno di prigione per gli aggressori.
Eclatante in questo senso il caso di un procuratore che dopo un comportamente palesemente negligente nelle indagini e nella cattura del colpevole, ha affermato che comunque riteneva che il reo sfuggito alla giustizia fosse prigioniero della propria coscienza e che questo doveva bastare come risarcimento alla società.
Anche in Argentina si registra con allarme un crescendo di casi di donne attaccate dall’acido per gelosia o per punirle di essere troppo fiere della loro bellezza (e aver quindi rifiutato un pretendente).
Nella maggior parte dei casi le donne erano già da tempo vittime di violenza all’interno della loro famiglia, o da parte dei loro ex mariti o fidanzati o addirittura figli.
Come in un’epidemia la nuova moda dell’acido che sfigura cancella la distanza tra le religioni (cristiana in America latina, musulmana in Pakistan, Bangladesh, ecc) e tra le culture, e riporta all’origine di tutte le violenze sulle donne.
I dati elencati fanno venire meno la "tranquillizzante" credenza che il fenomeno sia una conseguenza della arretratezza e dell’integralismo musulmano e svelano senza possibilità di equivoco che i mandanti di quelle aggressioni sono il machismo e la cultura patriarcale che considera le donne come oggetti da sfigurare per impedire che altri le possiedano o per punirle di un rifiuto, di un gesto di ribellione.
Gli stessi mandanti dei tanti femminicidi perpetrati in tutto il mondo, compresa la civile Italia.
Per questo, seppur utile, non basta semplicemente aumentare le pene né tipizzare il reato "sfiguramento con acido", così come per fermare il femminicidio non è stata sufficiente la tipizzazione del reato né l’aumentare, a volte controverso, delle pene.
Per questo è necessario che le donne non permettano più che volti sfigurati, minacce, percosse, femminicidi, siano attribuiti a motivi religiosi, o alla passione, o alla follia di un momento.
Perché a differenza di Pasolini noi sappiamo. Abbiamo le prove. Abbiamo fin troppi indizi contro la cultura patriarcale. E’ lei il vero mandante di ogni strage e violenza contro di noi.

Anamorfosi degli artisti di strada

L’assemblea Capitolina, con deliberazione n. 24 del 12 aprile scorso, ha approvato il nuovo regolamento dell’arte di strada, nel quale è prevista anche l’istituzione del registro degli artisti di strada. Nello stesso regolamento viene sancito il divieto di suonare con strumenti a percussione, o attrezzature che comportino disturbo alla quieta pubblica come tromba, sassofono, piatti e comunque sempre senza impianti di amplificazione, anche per evitare elementi di occupazione di suolo pubblico. Vengono riconosciuti come artisti di strada i giocolieri, saltimbanchi, mimi, suonatori, attori, burattinai, trovatori, esoterici, madonnari, poeti, scultori di palloncini, fachiri e ballerini. Infine nell’articolo 6 vengono definite le fasce orarie per le esibizioni, precisando che ogni singola esibizione non può protrarsi per oltre 45 minuti per gli spettacoli detti “a cerchio”, e non oltre 1 ora e 30 minuti per quelli “a passeggio”. Auguriamoci che anche altre amministrazioni, a partire dal Comune di Napoli, varino al più presto un siffatto regolamento a difesa di un’arte che rappresenta un’importante manifestazione culturale da valorizzare in tutte le sue forme espressive.

Matricidio in cina: credevano fosse un demone

Hanno bruciato la loro madre perché credevano che fosse un demone. Succede in Cina, dove 3 fratelli hanno commesso un gesto innaturale perché, convinti da uno stregone. I tre fratelli, secondo la stampa cinese, della provincia meridionale dell'Henan, si sono lasciati suggestionare da un uomo che si è auto proclamato 'leggendario dottore subordinato all'imperatore di giada, regnante taoista del paradiso'', chiamato per aiutare a risolvere i problemi di salute della donna.

Per questo motivo il sedicente stregone ha forzato i tre ragazzi a far bere alla loro madre molto alcool con sangue di maiali, pollo e cani, per far sì che la donna potesse sputare dal corpo il demone che la perseguitava. Ma la donna è caduta in coma etilico così i figli l'hanno picchiata con dei bastoni per tre ore e poi le hanno dato fuoco in un cimitero.

Alla scena hanno partecipato anche alcuni parenti che inneggiavano alla cacciata e all'uccisione del demone che possedeva la donna. Poche ore dopo, su segnalazione di alcune persone, la polizia ha arrestato il santone, suo fratello, i tre figli della donna e il cognato di questi, accusandoli di omicidio.

fonte globalist.it

Volete la pace nel mondo? Incominciate dai bambini

Parlare della pace è parlare di qualcosa che non esiste. La pace genuina è introvabile in questo mondo e probabilmente non è mai esistita, se non come un obiettivo che non siamo mai stati capaci di raggiungere. Tutti vogliamo la pace. Ma come possiamo fare e da dove dovremmo cominciare? Credo che dovremmo cominciare dal basso, dai bambini. Voglio parlare dei bambini.

Delle preoccupazioni che ho rispetto a loro, e delle mie speranze per loro. I bambini di oggi, un giorno, manderanno avanti il mondo, se ne sarà rimasto qualcosa. Saranno loro a decidere rispetto alla guerra e alla pace e sul tipo di società che vorranno - se vorranno una società in cui la violenza continuaa crescere,o se preferiranno una società in cui la gente viva in pace e fratellanza. C' è qualche speranza che saranno capaci di creare un mondo più pacifico di quello che ci siamo dati? E perché abbiamo fallito così miserevolmente, nonostante tutta la buona volontà che c'è?

L'intelligenza e le facoltà intellettuali sono congenite, ma i bambini non nascono con un seme che germoglia automaticamente e si trasforma in bene o in male. Ciò che decide se un bambino diventerà una persona aperta, fiduciosa, affettuosa, con una propensione a dei sentimenti comunitari o un lupo solitario spietato e distruttivo dipende da coloro che lo mettono al mondo e gli insegnano il significato dell' amore - o da chi non è capace di mostrargli che cosa comporti l'amore. «Überall lernt man nur von dem, den man liebt», disse Goethe, e quindi deve essere vero.

Si impara solo dalle persone che si amano. Un bambino circondato dall' amore e che ama i suoi genitori impara da loro un atteggiamento di amore verso tutto ciò che lo circonda, e mantiene questo atteggiamento per tutta la vita. Quanti bambini hanno ricevuto le loro prime lezioni di violenza «von denen die man liebt», da quelli che amano, dai loro stessi genitori? E poi hanno trasmesso le lezioni imparate di generazione in generazione? «Chi risparmia la verga, rovina suo figlio», ci ammoniva l'Antico Testamento.

Molte madri e padri hanno seguito questo insegnamento da allora. Hanno spesso brandito il bastone e lo hanno chiamato amore. Ci sono davvero tanti "bambini rovinati" in questo nostro mondo di oggi: quanti dittatori, tiranni, oppressori, torturatori... Che razza di infanzia hanno avuto? È una cosa che meriterebbe davvero di essere studiata. Io credo che dietro alla maggior parte di loro ci sia un padre tirannico o qualche altra figura responsabile della loro educazione, che ha brandito una verga o una frusta.

> Gli abusi del padre-padrone dietro gli incubi di Sveva (Alberto Gaino, La Stampa)

http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/91a0ca832f9a6b0062949d3bef7a892f.pdf

Sveva Taffara aveva alle spalle un'esistenza devastata, come se di anni, anziché i 26 anni anagrafici ne avesse un centinaio. Il suo corpo trovato in fondo un pozzo "in stato avanzato di decomposizione" a Barile (Potenza). La sua storia aiuterà a capire: il padre ha abusato di lei per lunghi anni.

mercoledì 22 agosto 2012

Il sesso con una donna che dorme non è stupro”

 E’ decisamente la settimana delle “stupidaggini sulla violenza sessuale” a danno delle donne. Ieri e l’altroieri è stato il momento di Todd Akin, parlamentare repubblicano del Missouri che ha sostenuto una vecchia tesi in auge presso la destra conservatrice americana: se c’è stupro, raramente la donna resta incinta.
Il Village Voice ci racconta di questo parlamentare inglese che è andato, è il caso di dirlo, un tantino oltre. E afferma che fare sesso con una donna che dorme, in effetti, non può essere definito stupro: lui si chiama George Galloway ed è deputato per il Respect Party, raggruppamento di estrema sinistra, eletto nel collegio di Bradford Ovest. Commentando il caso di Julian Assange, Galloway afferma che, certo, non sarebbe davvero buona educazione ma che, in fondo, non è che bisogna chiedere “sempre”. Vediamo l’analisi del caso Assange secondo Galloway: “Prendiamo la donna A. La donna A incontra Assange, lo invita nel suo appartamento, gli serve una cena, ci va a letto e ci fa sesso, consensuale. Poi afferma di essersi svegliata perché lui stava di nuovo facendo sesso con lei. Può succedere, sapete”.
MALEDUCAZIONE - E vediamo il Galloway-pensiero: “Intendo, non è che bisogna chiedere prima di ogni inserimento. C’è chi crede che quando vai a letto con qualcuno, ti togli i vestiti e fai sesso, poi ti addormenti, bé, sei già nel sex game con loro. E di certo è maleducazione se non l’ha svegliata e non le ha chiesto “ti secca se lo rifaccio?”. Sarebbe stata cattiva educazione sessuale o qualcos’altro, ma non stupro”. Altrimenti, aggiunge, il significato della parola “va a gambe all’aria”.

La droga russa fai da te, squarcia la pelle e il cervello

Arriva dalla Russia, è economica e devastante. Costituita da sostanze che si trovano reperibili tra le 4 mura domestiche, ma gli effetti sono pericolossissimi, letali. Si chiama Krokodil ed è la nuova droga che sta prendendo piede tra gli adolescenti, ed ha già iniziato a mietere vittime.
Si tratta di una sostanza tre volte più potente dell'eroina ma decisamente più economica. Proprio questo rapporto sballo-prezzo ne ha garantito la diffusione a macchia d'olio.
Krokodil è un mix potentissimo di codeina, componente di molti farmaci contro il mal di testa che vengono venduti tranquillamente in farmacia senza ricetta, benzina, olio, detersivo industriale e iodio, tutti ingredienti alla portata di tutti. Krokodil, questo il nome affibbiato al cocktail mortale che squarcia la pelle.
I dipendenti da krokodil hanno un'aspettativa di vita di gran lunga inferiore rispetto agli eroinomani. Se per chi assume eroina infatti va dai 7 ai 5 anni, per chio si fa krokodil va da un massimo di tre a un anno. Per non parlare dei danni: la droga che sta attanagliando adesso la Russia distrugge prima gli organi interni e la pelle, solo in ultima fase il cervello.

Donna incinta spezza la gamba al suo aggressore

Lo abbiamo già visto anche in altri articoli apparsi su questo blog. L’istinto materno è davvero capace di cose sorprendenti, specialmente se la mamma (o futura mamma, come in questo caso) conosce le arti marziali.
In un pomeriggio di luglio di quest’anno a Philadelphia, negli Stati Uniti, una donna di 28 anni, Lindsay O’Brien, incinta di dieci settimane, mentre camminava per strada si è vista strappare la borsa. Lei non si è persa d’animo e ha immediatamente seguito il malvivente. Quando lei lo ha raggiunto lui la ha afferrata per il braccio, provocandole una distorsione al polso. L’uomo, il 42enne Vaughn Matthews, con una lunga storia criminale alle spalle, ha anche colpito la donna sullo stomaco.
A questo punto Lindsay non ci ha visto più e ha deciso di mettere in pratica le tecniche imparate in quattro anni di kick boxing. La donna ha così sferrato due potenti calci alla gamba dell’uomo, che si è accasciato a terra urlando per il dolore e implorando aiuto ai passanti.
Vaughn Matthews si è quindi rialzato e ha tentato di fuggire ma si è accasciato al suolo dopo pochi metri.
Dopo il suo arresto la diagnosi è stata impietosa: doppia frattura scomposta della tibia, spezzata dall’impatto. Il piede di Lindsay è stato devastante e l’uomo e stato così costretto a sottoporsi a due interventi chirurgici presso l’Hahnemann University Hospital di Philadelphia.
A parte la slogatura al polso la donna non ha riportato traumi particolari e anche il bambino che portava in grembo è risultato essere in buone condizioni.
In un’intervista rilasciata al Philadelphia Daily la donna ha dichiarato: “sono soddisfatta per quello che ho fatto anche se forse, se avessi conosciuto la storia di quell’uomo, avrei probabilmente lasciato perdere. In ogni caso – ha detto accarezzandosi il pancione – sono felice che il mio bambino sia sano e salvo. È questa la cosa più importante”.
 ''Condivisione del dolore e della sofferenza delle vittime, in molti casi bambini, che hanno subito il trauma profondo dell'abuso, il cui effetto ha investito anche le famiglie'': sono questi, secondo quanto riferisce l'Osservatore Romano, i punti salienti della lettera che i vescovi cattolici australiani stanno inviando a tutte le parrocchie e chiese del Paese all'indomani dell'avvio di un'inchiesta parlamentare sull'abuso di bambini da parte di religiosi e di membri di organizzazioni non-governative. La lettera, ha spiegato l'arcivescovo di Melbourne, mons. Denis James Hart, spiega anche l'atteggiamento della Chiesa riguardo all'inchiesta, soffermandosi sul ''particolare momento, impegnativo e difficile per le vittime e le loro famiglie''. Si tratta di trarre insegnamento dagli errori, dai fallimenti del passato ''per garantire, oggi, tutto quanto e' possibile fare per proteggere i bambini e offrirgli un futuro di concreta speranza''.

''Gli errori sono stati fatti e ci scusiamo - evidenziano i presuli - per le vittime e le loro famiglie. La Chiesa ha imparato da questi errori e la nostra risposta e' cambiata.

Siamo focalizzati sulle legittime esigenze di coloro che sono stati abusati e stiamo prendendo provvedimenti ad ampio raggio per prevenire gli abusi futuri. Abbiamo anche mutato atteggiamenti psicologici nei confronti dei colpevoli. Siamo consapevoli di essere di fronte a delinquenti senza scrupoli''.

Sentenza storica per il vaticano

Michael Mosman, giudice della Corte distrettuale federale di Portland (Oregon), ha stabilito lunedì 20 agosto che la Santa Sede «non può essere considerata come il datore di lavoro» dei sacerdoti e dunque responsabile in sede civile per gli abusi sessuali commessi dai chierici.
Ogni caso va dunque valutato singolarmente e il fatto di essere prete non significa di per sé l’essere considerato alla stregua del dipendente di un’impresa. E nel caso specifico ha accertato la mancanza totale di qualsiasi «rapporto di lavoro» tra la Santa Sede e il sacerdote protagonista degli abusi.
 

martedì 21 agosto 2012

Tra le vittime del fallimento della Wind Jet ci sono anche 20 minori ucraini (più 2 accompagnatori) arrivati la prima settimana di luglio in Sicilia.

Tra le vittime del fallimento della Wind Jet ci sono anche 20 minori ucraini (più 2 accompagnatori) arrivati la prima settimana di luglio in Sicilia.

Si tratta di bambini che vivono in internat (orfanotrofi), in condizioni spesso difficilissime, molti con problemi psicologici, e che grazie alla solidarietà delle famiglie siciliane trascorrono uno o due mesi di vacanza in diverse località dell'Isola.

Cecilia Dorangricchia, presidente dell'associazione «L'Aquilone Onlus», il sodalizio che cura i soggiorni di questi bambini, lancia un appello al proprietario della Wind Jet Nino Pulvirenti:

«Le famiglie siciliane che ospitano questi bambini - spiega - fanno grandi sacrifici, soprattutto economici, per ospitarli. Qui non siamo di fronte a un viaggio di piacere, ma a viaggi umanitari. Chiedo dunque al proprietario della compagnia Nino Pulvirenti di rendersi protagonista di un gesto nobile, coprendo lui personalmente le spese per il rientro di questi bambini, anche perché lo straordinario senso di solidarietà delle famiglie che li ospitano non può rivelarsi un salasso.

Alitalia - aggiunge Cecilia Dorangricchia - ha chiesto 250 euro a bambino per garantire il rientro, che, peraltro, non potrà avvenire, come preventivato, il 30 agosto, ma il 29. In questo modo saremo costretti a emettere anche nuovi biglietti di treno da Kiev per le diverse località dell'Ucraina in cui risiedono i bambini. Sono certa che Pulvirenti comprenderà il disagio e la difficoltà che la sospensione dei voli di Wind Jet ha causato a una iniziativa come la nostra. Questo è il numero di telefono per contattarci: 329 41 68 441 »

L'associazione «Aquilone Onlus» da circa 15 anni promuove una serie di attività di solidarietà che hanno l'obiettivo di aiutare i bambini che vivono in questi istituti. Oltre all'affido temporaneo (i bambini vengono ospitati da famiglie siciliane) l'associazione ha sostenuto interventi volti a migliorare le condizioni di vita negli «internat». In questi anni, per esempio, sono stati effettuati interventi di ristrutturazione e rifacimento degli impianti in numerosi istituti nel Sud dell'Ucraina.
L'associazione organizza due volte all'anno dei viaggi umanitari negli internat dell'Ucraina.

Sostanza cancerogena nei preservativi

Un team di ricercatori del Chemical and Veterinary Investigation Institutedi Stoccarda, Germania, riporta di aver scoperto la presenza di un composto cancerogeno nella maggior parte dei preservativi attualmente in commercio. 29 su 32 tipi di condom testati conterebbero infatti N-Nitrosamine, un composto presente nelle plastiche dalle proprieta' cancerogene. 

I ricercatori hanno rivelato quantità di N-nitrosamine superiori al limite imposto ai produttori di succhiotti per bambini. "Mantenendo i condom in una soluzione di sudore artificiale, abbiamo osservato grandi quantità di composto fuoruscire", hanno dichiarato in una nota gli autori dello studio. 

"Attualmente, non esistono delle soglie limite per la produzione dei preservativi - ha aggiunto - ed è necessaria una maggior attenzione da parte dei produttori nel controllo sicurezza". Le autorità tedesche hanno dichiarato che i consumatori non dovrebbero smettere di usare condom in base agli ultimi risultati in quanto i livelli riscontrati "non costituirebbero un problema immediato per la salute".

Madre di 3 figli stuprata

Ennesimo episodio di violenza sessuale a Roma.
La vittima di turno è una donna di 40 anni, madre di 3 figli, aggredita, stuprata e rapinata, da un giovane marocchino di 24 anni, già noto alle Forze dell'Ordine.

Tutto si è svolto stamane nel parco di Torpignattara. La donna era seduta su una panchina quando è stata avvicinata dal ragazzo che ha tentato i primi, approcci. Al rifiuto della vittima il nodrafricano, l'ha immobilizzata e quindi trascinata dietro un albero dove si è consumata la violenza.
Prima di allontanarsi le ha rubato la borsetta.A dare l'allarme è stata la stessa vittima chiamando il 113. Gli agenti della Volante hanno individuato e bloccato lo stupratore, arrestandolo in flagranza di reato.Immediate e scontate le reazioni ed i commenti dei politici di turno.

Muore la ragazza che non poteva abortire per leggi del paese

E' morta la ragazza che non poteva abortire, Malata di tumore non poteva essere curata perchè le leggi del suo paese lo vietano.
 Oltre alla malattia si è dovuta battere con le leggi del suo paese. E non ce l'ha fatta.  Esperanza è morta, la ragazza domenicana di 16 anni incinta e malata di leucemia non ha avuto il diritto alle cure. I medici  hanno deciso di non sottoporla al ciclo di chemioterapia che probabilmente la avrebbe salvata dal tumore causando però la morte del bimbo che aveva in grembo. La Costituzione della Repubblica Domenicana vieta esplicitamente l'aborto. E intervenire, hanno detti medici, avrebbe voluto dire andare contro le leggi.
A nulla sono valsi gli appelli di Rosa Hernandez, la madre della sedicenne che ora accusa i medici di non aver privilegiato la salute della ragazza. "La vita di mia figlia veniva prima. So che l'aborto è un crimine e un peccato. Ma ora mi hanno uccisa perchè lei era la mia ragione di vita”. Nel paese centro-americano l’aborto è vietato per le ragazze adolescenti. Nel 2009 la Repubblica Dominicana ha approvato l’articolo 37 della Costituzione che definisce “il diritto alla vita come inviolabile dal concepimento alla morte naturale”. Questo articolo ha condotto all’abolizione della pena di morte nel paese. Ma è stata anche la causa della fine di Esperanza, uccisa dal fondamentalismo ... cattolico.

STAMPA SESSISTA!!!!

Molte volte la stampa è come le televisione e pubblicità, con l’unica aggravante che mentre su questi medium l’immagine femminile è rappresentata, sulla stampa abbiamo modelli femminili idealizzati o svalutati. In relazione a cosa? ovviamente all’aspetto fisico o al proprio ruolo prestabilito di moglie o madre. Questi sono alcuni screen shot raccolti da femminismo a sud analizzandone i contenuti sessisti:

Ovviamente i giornali che meritano la parla d’oro del sessismo sono quelli di orientamento Berlusconiano, poiché si ricordano spesso delle donne in qualità di ammortizzatore sociale e distrazione maschile dagli stress e la crisi. Questo è uno degli articoli presi dalle ricerche sessiste che con tanto di foto di alcune ragazze ammucchiate un po’ la e un pò qui come se fossero quarti di manzo ci tiene a ricordare che le donne (in carne) sono degli antistress, quindi dei passatempi e giocattoli sessuali.
La cosa peggiore non è che viene prestabilito un certo canone estetico che rende inadeguate quelle che per varie ragioni non ingrassano o quelle che vogliono (perché si piacciono così) essere magre, ma perché oggettivizza le donne riducendole ad oggetti utili a alleviare gli stress degli uomini.
Insomma, in Italia siamo tutto: ammortizzatori sociali, cameriere, badanti e colf gratis, uteri, pungiball dei mariti. Davvero non mi stupirei se dopo questa uscisse un articolo con su scritto che ci prendono a pugni perchè siamo i loro sacchi da boxe.
Ma in Italia, dato il grande numero di violenze domestiche, è facile constatare che siamo considerate come dei punch-ball di famiglia (quindi non piu’ di antistress).

Questa chicca viene da Globalist, che tiene a precisare che una medaglia d’oro può risarcire una donna violentata. Insomma, siamo ancora all’era delle donne barattate in cambio di una “dote”.

Questo viene da Repubblica non ci sono parole.

Questa gallery viene da Repubblica che ci tiene a sottolineare che una del gruppo punk Pussy Riot, appena condannato a due anni perché suonarono in una chiesa canzoni contro Putin, è una bella ragazza e ha i lineamenti dolci da modella. Immaginiamoci se fosse invece una brutta ragazza, non avrebbero sprecato manco un articolo per difenderla e sostenerla.


Se le donne non fanno le Veline o modelle e non sono sposate o peggio non sono belle e hanno un lavoro che non rientra nei ruoli tradizionali femminili per i giornali come Libero è brutta o zitella. Questo sottolineare il tuo aspetto fisico o lo stato civile avviene solo alle donne ed è discriminazione di genere a tutti gli effetti perché da una parte sottolinea quanto ancora oggi per una donna è importante essere sposata (e moglie di casa) e dall’altra perchè mette in relazione l’essere autorevole col non avere un marito, mentre nessuno ad un uomo assocerebbe il suo carattere autorevole al fatto di non fare sesso e non avere una moglie. E siamo ai soliti stereotipi: “se sei autorevole sei zitella perché sei isterica, le donne normali sono dolci e sottomesse” , “le donne per essere complete devono essere sposate e non devono lavorare“.
Mi spiegate la relazione tra l’essere “durissima” col non essere sposata o non avere figli? Possibile che ancora oggi una donna è considerata poco donna per il fatto di non essere maritata con figli? C’è una correlazione tra queste due cose? Ovvio che no, è tutto sessismo!
Tutto il valore di una donna ancora oggi dipende se hai contratto un matrimonio (sopratutto se è un buon matrimonio) e ovviamente se sei bella, perché nell’immaginario collettivo l’epiteto zitella viene appiccicato alle donne che non hanno un bell’aspetto estetico e sono single perchè non se le piglia nessuno.
Libero nel descrivere le donne fa una lista tra quelle maritabili, tra le “puttane” ( le Olgettine precisando che quelle servono solo per placare i vizi dell’alta borghesia ma mai verrebbe in mente di sposarle) e tra le “zitelle” che non se le prende nessuno perché sono brutte o perché sono troppo in carriera (ricordandoci che l’Italia è l’unico Paese occidentale dove la stragrande maggioranza delle donne in carriera non sono sposate o non hanno dei figli questa la dice lunga sul sessismo ancora presente nel nostro Paese).
Se i media sono i maestri del lupo cattivo non possiamo aspettarci che altri media come Facebook veicolino altri contenuti sessisti diffusi da utenti che continuano a denigrare la sessualita’ femminile.
Perchè è proprio la donna, il suo sesso ad essere oggetto disprezzo, sopratutto la nostra sessualità che analogamente allo stupro, le molestie e alle leggi del decoro o alle imposizioni restrittive sui nostri corpi, viene presa di mira. Eccone un esempio (leggi la notizia):

Quanta paura cela un post come questo nascosto da finta goliardia, di un popolo maschilista che è ancora spaventato da una figura femminile competitiva che si mostra per le sue qualità sportive, ma non disdegna parlare qualche volta di quanto è bello il sesso, indebolendo gli stereotipi che il nostro Paese ha portato sempre avanti con grande gelosia per imprigionare le donne al ruolo di bellona senza cervello per impedire a tutte di potersi affermare e costruire una vita al di là delle catene invisibili che hanno sempre legato la figura femminile all’idea di madre o di puttana.
Gli stereotipi sono gli stessi: perdi perché sei incapace, sei incapace perché sei donna, quindi essendo donna stai meglio a pecora.
Ma il maschilismo è una macchia d’olio che si espande che continua a diffondersi anche nelle nuove generazioni andando a danneggiare le ragazzine che lo accettano di buon grado per paura di essere considerate acide e distruggere anni di lotte femminili nate per de-costruire millenni di sottomissione femminile.
Auspichiamo che il Governo ne prenda atto e si impegni per una legge che contrasti il sessismo sui media e che questo sia trattato come un tema urgente considerando che la violenza contro le donne è in crescita ed è chiaro che c’è un nesso tra messaggi sessisti e violenza sulle donne.

Articoli irrispettosi che giustificano i femminicidi

Articoli irrispettosi che giustificano i femminicidi: l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige interviene

All’interno del blog ne abbiamo parlato spesso: una donna ogni tre giorni viene ammazzata in quanto tale, il più delle volte dal suo compagno/marito/ex. Questo fenomeno dilagante si chiama femminicidio.
La cosa che più sconcerta è come tali notizie vengano trattate dalla maggior parte dei giornalisti delle più importanti testate italiane. All’interno di quella cultura misogina che rende le donne il bersaglio per lo sfogo della frustazione maschile, troviamo anche le continue giustificazioni verso uomini che compiono terribili azioni nei confronti di compagne di vita, viste esclusivamente come oggetti da possedere.
Gelosia, disperazione, depressione, passione, raptus. Queste le parole che troverete più soventemente nei titoli e negli incipit degli articoli: prima della notizia arriva sempre e comunque la giustificazione!
Ecco una serie di articoli raccolti in questo ultimo anno:

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/08/20/articoli-irrispettosi-che-giustificano-i-femminicidi-lordine-dei-giornalisti-del-trentino-alto-adige-interviene/

Traning anti violenza

Gli uomini preferiscono discutere alcuni temi esclusivamente con altri uomini: soprattutto quando si tratta di identità maschile, relazioni di coppia, essere padre, della propria inclinazione alla violenza o della sessualità. Per questo Caritas di Bolzano ha attivato un consultorio che  mette a disposizione degli uomini uno spazio protetto in cui possono affrontare liberamente ciò che li turba.
Secondo l’Istat, il 31,95 per cento delle donne in Italia ha subito almeno una volta una violenza, ma il 93% non la denuncia e sono decisamente in aumento i “femminicidi”. Bolzano non è un'isola felice: alla Caritas sono oltre 3500 le richieste di aiuto in undici anni di attività svolta nel cuore della città. Fra i disagi sempre più frequenti, le violenze all'interno della famiglia. Per questo è stato aperto il  “Training anti-violenza” che prevede la tecnica del Time out. Alla coppia s'insegna a riconoscere determinati livelli di tensione. Ad alcuni  di questi segue una pausa: uno dei due coniugi se ne va e al ritorno si recupera il discorso. In questo percorso le persone sono seguite da un  team di otto consulenti: sette psicologi e psicoterapeuti e un avvocato. «Quando gli uomini ci contattano- spiegano gli organizzatori- noi li aiutiamo a confrontarsi con i loro problemi. Nel corso del colloquio cerchiamo di chiarire quali sono i nodi più urgenti da sciogliere: se riguardano l’essere padre, partner, lavoratore o datore di lavoro, amico o collega – cerchiamo assieme delle vie d’uscita e nuove prospettive».
I colloqui di consulenza sono gratuiti e garantiscono un anonimato assoluto.

Buonuscite ai preti pedofili. Così la Chiesa “punisce” gli abusi



“Buonuscite” da 20 mila dollari, una pensione da 1.250 dollari al mese e l’assicurazione sanitaria fino a quando non avranno trovato un altro lavoro.

Secondo il New York Times, è quanto avrebbe pagato la Chiesa cattolica negli Stati Uniti per compensare i preti accusati di pedofilia e favorire il loro ritorno alla vita laica e privata. Insomma, per dare una mano ai religiosi che hanno abusato di minori. Un gioco a carte invertite, in cui il risarcimento se lo piglia chi ha commesso il reato, non la sua vittima.

Ad aver autorizzato i pagamenti sarebbe stato il cardinale Timothy Dolan, dal 2002 al 2009 arcivescovo di Milwaukee e oggi a capo della Conferenza episcopale statunitense, personaggio assai conosciuto negli States e inserito dal Time tra le 100 persone più influenti del mondo. All’epoca dei fatti, Dolan aveva negato tutto: “L’accusa” – si era difeso – “è falsa, pretestuosa e ingiusta”.

Ma, oggi, un documento reso pubblico dagli avvocati delle vittime e riferito a una riunione del Consiglio finanziario dell’Arcidiocesi di Milwaukee del 7 marzo 2003 ha confermato la sua firma sulle autorizzazioni alle transazioni. Allora, la situazione degli abusi era così grave e indifendibile che persino la compagnia assicurativa dell’Arcidiocesi si rifiutò di coprire i costi: “La Chiesa è stata negligente”, disse il suo responsabile.

Il primo caso analogo a Milwaukee risale al 1983. Il prete in questione, Franklyn Becker, era stato accusato di aver molestato e abusato di almeno 10 minori, sia maschi che femmine. Per lui, ci fu anche una vera e propria diagnosi di pedofilia. Rimosso dall’incarico solo nel 2004, si vide versare 10 mila dollari a titolo di aiuto. “Fu un atto di carità”, commentò allora il cardinale Dolan.

Il fatto che la “buonuscita” concessa ai preti pedofili sia una procedura formale all’interno della Chiesa, nota come “laicizzazione”, certo non rasserena. Anzi, scandalizza ancora di più. Soprattutto dopo la posizione assunta qualche giorno fa dalla Cei in merito ai casi di pedofilia: i vescovi non hanno l’obbligo di denunciare alle autorità i casi di abusi di cui vengano a conoscenza. La giustificazione data da alcuni esperti in materia, secondo cui “quando un uomo diventa prete, la Chiesa è chiamata a soddisfare i suoi bisogni per tutta la vita”, è sin troppo debole.

Solo da noi, negli ultimi 11 anni, i casi accertati di pedofilia all’interno del clero sono stati 135. In America, la Chiesa ha già pagato oltre 16 milioni di dollari per sostenere i processi dei religiosi accusati di violenze su minori. Nel 2011, l’Arcidiocesi di Milwaukee è stata persino costretta a presentare istanza di fallimento.

Nella lettera inviata pochi giorni fa all’attuale Arcivescovo di Milwaukee dall’associazione delle vittime Survivors Network of those Abused by Priests si legge: “In quale altra occupazione, soprattutto che opera con le famiglie, le scuole e i giovani, viene dato un bonus in denaro a un dipendente che abbia molestato e abusato sessualmente su dei bambini?”