Molte volte la stampa è come le
televisione e pubblicità, con l’unica aggravante che mentre su questi
medium l’immagine femminile è rappresentata, sulla stampa abbiamo modelli femminili idealizzati o svalutati.
In relazione a cosa? ovviamente all’aspetto fisico o al proprio ruolo
prestabilito di moglie o madre. Questi sono alcuni screen shot raccolti
da femminismo a sud analizzandone i contenuti sessisti:
Ovviamente i giornali che meritano la parla d’oro del sessismo sono
quelli di orientamento Berlusconiano, poiché si ricordano spesso delle
donne in qualità di ammortizzatore sociale e distrazione maschile dagli
stress e la crisi. Questo è uno degli articoli presi dalle ricerche sessiste
che con tanto di foto di alcune ragazze ammucchiate un po’ la e un pò
qui come se fossero quarti di manzo ci tiene a ricordare che le donne
(in carne) sono degli antistress, quindi dei passatempi e giocattoli
sessuali.
La cosa peggiore non è che viene prestabilito un certo canone
estetico che rende inadeguate quelle che per varie ragioni non
ingrassano o quelle che vogliono (perché si piacciono così) essere
magre, ma perché oggettivizza le donne riducendole ad oggetti utili a
alleviare gli stress degli uomini.
Insomma, in Italia siamo tutto: ammortizzatori sociali, cameriere, badanti e colf gratis, uteri, pungiball dei mariti. Davvero non mi stupirei se dopo questa uscisse un articolo con su scritto che ci prendono a pugni perchè siamo i loro sacchi da boxe.
Ma in Italia, dato il grande numero di violenze domestiche, è facile
constatare che siamo considerate come dei punch-ball di famiglia (quindi
non piu’ di antistress).
Questa chicca viene da Globalist, che tiene a precisare che una
medaglia d’oro può risarcire una donna violentata. Insomma, siamo ancora
all’era delle donne barattate in cambio di una “dote”.
Questo viene da Repubblica non ci sono parole.
Questa gallery viene da Repubblica che ci tiene a sottolineare che
una del gruppo punk Pussy Riot, appena condannato a due anni perché
suonarono in una chiesa canzoni contro Putin, è una bella ragazza e ha i
lineamenti dolci da modella. Immaginiamoci se fosse invece una brutta ragazza, non avrebbero sprecato manco un articolo per difenderla e sostenerla.
Se le donne non fanno le Veline o modelle e non sono sposate o peggio
non sono belle e hanno un lavoro che non rientra nei ruoli tradizionali
femminili per i giornali come Libero è brutta o zitella.
Questo sottolineare il tuo aspetto fisico o lo stato civile avviene
solo alle donne ed è discriminazione di genere a tutti gli effetti
perché da una parte sottolinea quanto ancora oggi per una donna è
importante essere sposata (e moglie di casa) e dall’altra perchè mette
in relazione l’essere autorevole col non avere un marito, mentre nessuno
ad un uomo assocerebbe il suo carattere autorevole al fatto di non fare
sesso e non avere una moglie. E siamo ai soliti stereotipi: “se
sei autorevole sei zitella perché sei isterica, le donne normali sono
dolci e sottomesse” , “le donne per essere complete devono essere
sposate e non devono lavorare“.
Mi spiegate la relazione tra l’essere “durissima” col non essere
sposata o non avere figli? Possibile che ancora oggi una donna è
considerata poco donna per il fatto di non essere maritata con figli?
C’è una correlazione tra queste due cose? Ovvio che no, è tutto
sessismo!
Tutto il valore di una donna ancora oggi dipende se hai contratto un
matrimonio (sopratutto se è un buon matrimonio) e ovviamente se sei
bella, perché nell’immaginario collettivo l’epiteto zitella
viene appiccicato alle donne che non hanno un bell’aspetto estetico e
sono single perchè non se le piglia nessuno.
Libero nel descrivere le donne fa una lista tra quelle maritabili,
tra le “puttane” ( le Olgettine precisando che quelle servono solo per
placare i vizi dell’alta borghesia ma mai verrebbe in mente di sposarle)
e tra le “zitelle” che non se le prende nessuno perché sono brutte o
perché sono troppo in carriera (ricordandoci che l’Italia è l’unico
Paese occidentale dove la stragrande maggioranza delle donne in carriera
non sono sposate o non hanno dei figli questa la dice lunga sul
sessismo ancora presente nel nostro Paese).
Se i media sono i maestri del lupo cattivo non possiamo aspettarci
che altri media come Facebook veicolino altri contenuti sessisti diffusi
da utenti che continuano a denigrare la sessualita’ femminile.
Perchè è proprio la donna, il suo sesso ad essere oggetto disprezzo,
sopratutto la nostra sessualità che analogamente allo stupro, le
molestie e alle leggi del decoro o alle imposizioni restrittive sui
nostri corpi, viene presa di mira. Eccone un esempio (leggi la notizia):
Quanta paura cela un post come questo nascosto da finta goliardia, di
un popolo maschilista che è ancora spaventato da una figura femminile
competitiva che si mostra per le sue qualità sportive, ma non disdegna
parlare qualche volta di quanto è bello il sesso, indebolendo gli
stereotipi che il nostro Paese ha portato sempre avanti con grande
gelosia per imprigionare le donne al ruolo di bellona senza cervello per
impedire a tutte di potersi affermare e costruire una vita al di là
delle catene invisibili che hanno sempre legato la figura femminile
all’idea di madre o di puttana.
Gli stereotipi sono gli stessi: perdi perché sei incapace, sei incapace perché sei donna, quindi essendo donna stai meglio a pecora.
Ma il maschilismo è una macchia d’olio che si espande che continua a
diffondersi anche nelle nuove generazioni andando a danneggiare le
ragazzine che lo accettano di buon grado per paura di essere considerate
acide e distruggere anni di lotte femminili nate per de-costruire
millenni di sottomissione femminile.
Auspichiamo che il Governo ne prenda atto e si impegni per una legge
che contrasti il sessismo sui media e che questo sia trattato come un
tema urgente considerando che la violenza contro le donne è in crescita
ed è chiaro che c’è un nesso tra messaggi sessisti e violenza sulle
donne.
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