Michael Mosman, giudice della Corte distrettuale federale di Portland
(Oregon), ha stabilito lunedì 20 agosto che la Santa Sede «non può
essere considerata come il datore di lavoro» dei sacerdoti e dunque
responsabile in sede civile per gli abusi sessuali commessi dai
chierici.
Ogni caso va dunque valutato singolarmente e il fatto di
essere prete non significa di per sé l’essere considerato alla stregua
del dipendente di un’impresa. E nel caso specifico ha accertato la
mancanza totale di qualsiasi «rapporto di lavoro» tra la Santa Sede e il
sacerdote protagonista degli abusi.
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