Abusa sessualmente della suocera 50enne, minacciandola con un coltello,
brucia il letto in cui si sarebbe consumata la violenza, litiga e
malmena il marito di lei, sottrae con la forza a entrambi le fedi
nuziali.
Finisce poi in ospedale con un taglio alla mano e dà in
escandescenze quando i medici chiamano i carabinieri per calmarlo. Poi i
guai. Grossi guai che hanno fatto scattare le manette ai polsi di un 23enne di
origini magrebine, residente proprio nella casa dei suoceri. È stato
arrestato dai carabinieri di Vittorio Veneto con le accuse di violenza
sessuale, rapina, danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico
ufficiale.
Ieri il giovane è sfilato davanti al giudice Elena Rossi per
l'interrogatorio di convalida dell'arresto. Il 23enne ha respinto le
accuse, negando la violenza e parlando di un rapporto consenziente.
Circostanza che non gli ha evitato di rimanere dietro le sbarre. Ma la
vicenda ha ancora molti lati oscuri, come si apprende dalla difesa del
giovane (avvocato Rosaria Fusco d’ufficio). Cosa sia realmente accaduto
tra le mura domestiche lo si saprà forse solo dopo il processo, ma al
momento i dubbi degli inquirenti ci sono. Incrociando quanto emerge
dalla denuncia con quanto dichiarato dall'indagato, la ricostruzione dei
fatti a cui è giunta la Procura necessita di diversi chiarimenti.
Innanzitutto camicetta e reggiseno della vittima sono stati slacciati e
non strappati, così come le mutandine. Il rapporto sessuale sarebbe
stato completo e non ci sarebbero tracce del coltello. Dopo il presunto
abuso si è scatenata la furia del marito della vittima, con il quale il
23enne sarebbe venuto alle mani. A finire in ospedale però è stato
soltanto l'arrestato e non il suocero. Un altro fattore ancora poco
chiaro riguarda l'incendio del letto: dai primi riscontri la benzina
sarebbe stata portata all'interno dell'appartamento dalla figlia della
vittima e compagna del 23enne. Inoltre, per quanto riguarda la rapina,
non si sa dove siano finite le fedi nuziali.
Tutti elementi che portano difesa e inquirenti a mettere le mani avanti,
attendendo i risultati delle indagini prima di pronunciarsi. Infine
stando a quanto raccontato dal giovane, non ci sarebbe nemmeno stata
resistenza a pubblico ufficiale all'interno dell'ospedale vittoriese.
Resta il fatto però che a carico del 23enne c'è una denuncia dettagliata
sporta dai due coniugi, che ad oggi inchioda il nordafricano alle
proprie responsabilità.
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