Mentre sempre più donne indiane fanno ingresso nel mondo del lavoro, le
organizzazioni femministe locali condannano duramente le molestie
sessuali nel subcontinente indiano. Ecco dunque che il parlamento
indiano, da giorni paralizzato dalle proteste dell'opposizione, ha
approfittato di una piccola tregua per adottare un testo che tutela le
donne dalle molestie sul posto di lavoro. Così la Camera bassa ha
approvato la proposta di legge prima di abbandonare nuovamente i lavori
all'ordine del giorno, tra le grida e le arringhe dei deputati del
principale partito di opposizione, il Bharatiya Janata Party (Bjp).
Il testo, che dovrà ora essere esaminato dalla Camera alta, riguarda una
tutela specifica per le donne che lavorano come collaboratrici
domestiche, una delle categorie più vulnerabili del paese. "Sono felice
che sia stato adottato questo testo di legge cruciale - ha commentato
l'esperto di diritti femminili all'Università di Nuova Delhi, Raghavi
Behl -. Le donne hanno il diritto di sentirsi sicure ovunque si
trovino". Il testo rafforza inoltre la possibilità per le donne di
ricorrere in tribunale in caso di abusi sul posto di lavoro, obbligando i
datori a registrare formalmente le loro dipendenti: "Molte donne hanno
paura di denunciare gli abusi sessuali, perché temono di perdere il
lavoro", ha spiegato R.K.Sethi, responsabile del forum Shakti, sui
diritti delle donne a Nuova Dehli. Secondo alcuni studi, una lavoratrice
indiana su cinque con meno di 35 anni è stata vittima di un'aggressione
da parte del suo superiore o di un collega. Intanto i lavori al
parlamento indiano sono paralizzati dal 21 agosto, con il Bjp che chiede
la testa del primo ministro Manmohan Singh (ex ministro del Carbone dal
2004 al 2009) dopo la pubblicazione di un rapporto, secondo il quale lo
Stato avrebbe perso dal 2004 miliardi di dollari concedendo giacimenti
minerari a gruppi privati invece di venderli all'asta.
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