mercoledì 12 settembre 2012

Una primavera araba andata a male

La "nuova" Tunisia postrivoluzionaria penalizza la donna in ogni campo: dalla «complementarità» rispetto all'uomo fino al recente aumento del costo della pillola contraccettiva.

Tempi duri per le donne i
n Tunisia. Lo scorso agosto si era prospettata, tra polemiche internazionali e manifestazioni locali, l'eventualità di inserire, nella nuova costituzione del Paese, un articoletto in cui si afferma la «complementarità» della donna rispetto all'uomo. Che già di per sé, a ben ragionare, evocherebbe anche un viceversa non contemplato dall'assemblea costituente che immaginiamo declinata nei virili toni dell'azzurro.
E ora, dopo aver ridotto la donna ad un complemento d'arredo per giunta autopulente, giunge fresca la notizia che in Tunisia, un tempo il più secolarizzato dei Paesi islamici, la pillola anticoncezionale ha sestuplicato il suo costo: dal 1966 il prezzo era fermo all'equivalente di un euro. Ora per un blister ce ne vogliono sei: più che nel disastrato Belpaese. Il sogno della primavera araba, che aveva infiammato il mondo intero, somiglia di più alla spettrale fiammella azzurrina del metano che al fuoco di un autentico rinnovamento.

Mentre il governo tunisino non si fa più carico di una spesa sanitaria evidentemente considerata superflua, l'idea di dove impiegare il denaro risparmiato non poteva essere più in linea con il colore ceruleo della cimiteriale fiamma di cui sopra. È semplice: perché non rimborsare ai contribuenti, al posto della perigliosa pillola contraccettiva, il più necessario Viagra? Medicinale moderno, al passo coi tempi, che in Tunisia non costa che 10 euro. Un prezzo politico per il farmaco originale, quello con la giusta tonalità di azzurro. Il resto lo paga lo Stato.
Dietro la manovra, che ha peraltro alimentato un logico traffico occulto internazionale del farmaco blu, spunta il solito machismo di cui non si sentiva certo la mancanza, qui peraltro appaiato alla smania totalitaristica di controllo sul corpo femminile che si traduce amaramente in un non-controllo delle nascite. Che poi, nei fatti, la prestanza virile non equivalga ad una aumentata fertilità, questo al demagogico governo tunisino di certo non importa: quel che conta è che la donna sia sottomessa.
Come primavera araba non ci siamo proprio: è decisamente troppo psichedelica. Una volta i primi fiori della bella stagione erano rosa, o al massimo bianchi, ma chi ha mai visto un mandorlo blu manco fosse formaggio ammuffito? È proprio vero che non ci sono più le stagioni di una volta.

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