mercoledì 12 settembre 2012

Novanta donne uccise dall’inizio dell’anno

In aumento la violenza sulle donne e i casi di stalkingOmicidi a seguito di separazione insopportabile: il tarlo della gelosia che consuma, la smania di possesso, l’impossibilità di accettare un abbandono sono tematiche costanti nelle cronache degli ultimi tempi. Dal mese di gennaio al 10 di settembre di quest’anno sono state 90 le donne uccise da uomini che spesso conoscevano, e che – a seguito di una separazione o un rifiuto – hanno deciso di mettere fine alla vita di quelle che dicevano di “amare”. Lo rende noto l’Osservatorio nazionale stalking.
Una decina gli uomini che si sono suicidati dopo aver commesso un omicidio. Il 15 per cento delle donne uccise aveva presentato denuncia per stalking, ma probabilmente sono state molte di più, tra le vittime, le donne perseguitate che non hanno presentato denuncia per paura, perché temono della loro incolumità e di quella dei familiari, per sfiducia nelle autorità, per la difficoltà di far fronte alle inevitabili spese legali.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Stalking almeno un persecutore su tre è recidivo, e dopo la denuncia o condanna torna a perseguitare la vittima, spesso con una ferocia maggiore dettata da uno spirito di vendetta che non viene minimamente mitigato dall’intervento delle autorità.
Lo stalker è un individuo che presenta gravi difficoltà ad accettare ed elaborare un abbandono a causa di un disagio psicologico pregresso che deve essere affrontato con specifici strumenti e con l’intervento di psicoterapeuti specializzati. La sola coercizione non desta, nello stalker, la consapevolezza dei suo errori, perché egli non è in grado di prendere autonomamente consapevolezza della lesività del suoi atti.
L’Osservatorio nazionale stalking ha istituito, dal 2007, il Centro presunti autori che ha già risocializzato 200 stalker. Volontari psicologi e psicoterapeuti altamente specializzati, operano, con sedute di psicoterapia, sul presunto autore e sulle sue difficoltà ad elaborare ed accettare un abbandono. Questa è l’unica modalità per stroncare la recidiva del persecutore e permettere alle vittime di tornare a condurre una vita normale.
Grazie al percorso, il 45 per cento degli stalker ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, mentre nel 20 per cento dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività vessatoria, della recidiva, e la prevenzione degli agiti più gravi. Sarebbe importante prevedere nella legge 612-bis il percorso per il presunto autore per diminuire l’incidenza dello stalking.

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