Omicidi a seguito di separazione insopportabile: il tarlo della
gelosia che consuma, la smania di possesso, l’impossibilità di accettare
un abbandono sono tematiche costanti nelle cronache degli ultimi tempi.
Dal mese di gennaio al 10 di settembre di quest’anno sono state 90 le
donne uccise da uomini che spesso conoscevano, e che – a seguito di una
separazione o un rifiuto – hanno deciso di mettere fine alla vita di
quelle che dicevano di “amare”. Lo rende noto l’Osservatorio nazionale
stalking.
Una decina gli uomini che si sono suicidati dopo aver commesso un
omicidio. Il 15 per cento delle donne uccise aveva presentato denuncia
per stalking, ma probabilmente sono state molte di più, tra le vittime,
le donne perseguitate che non hanno presentato denuncia per paura,
perché temono della loro incolumità e di quella dei familiari, per
sfiducia nelle autorità, per la difficoltà di far fronte alle
inevitabili spese legali.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Stalking almeno un
persecutore su tre è recidivo, e dopo la denuncia o condanna torna a
perseguitare la vittima, spesso con una ferocia maggiore dettata da uno
spirito di vendetta che non viene minimamente mitigato dall’intervento
delle autorità.
Lo stalker è un individuo che presenta gravi difficoltà ad accettare
ed elaborare un abbandono a causa di un disagio psicologico pregresso
che deve essere affrontato con specifici strumenti e con l’intervento di
psicoterapeuti specializzati. La sola coercizione non desta, nello
stalker, la consapevolezza dei suo errori, perché egli non è in grado di
prendere autonomamente consapevolezza della lesività del suoi atti.
L’Osservatorio nazionale stalking ha istituito, dal 2007, il Centro
presunti autori che ha già risocializzato 200 stalker. Volontari
psicologi e psicoterapeuti altamente specializzati, operano, con sedute
di psicoterapia, sul presunto autore e sulle sue difficoltà ad elaborare
ed accettare un abbandono. Questa è l’unica modalità per stroncare la
recidiva del persecutore e permettere alle vittime di tornare a condurre
una vita normale.
Grazie al percorso, il 45 per cento degli stalker ha raggiunto un
completo contenimento degli atti persecutori, mentre nel 20 per cento
dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività
vessatoria, della recidiva, e la prevenzione degli agiti più gravi.
Sarebbe importante prevedere nella legge 612-bis il percorso per il
presunto autore per diminuire l’incidenza dello stalking.
Nessun commento:
Posta un commento