domenica 9 settembre 2012

Prima condanna penale per un vescovo che ha coperto un prete pedofilo

Robert William Finn, vescovo di Kansas City-Saint Joseph dal 2005KANSAS CITY MISSOURI - Negli Stati uniti cadono condanne penali sui vescovi cattolici come se piovesse. Dopo il caso del vescovo di San Francisco, arrestato per guida in stato d’ebrezza, è il vescovo di un’altra diocesi a finire in tribunale. Non è proprio un protettore di preti pedofili, ma la scarsa sorveglianza e l’esitazione nell’intervenire radicalmente gli è costata carissima. Il vescovo della diocesi di Kansas City-St. Joseph, Missouri, Robert W. Finn, 59 anni,  è il primo vescovo della Chiesa cattolica a subire una condanna per essere stato a conoscenza e avere coperto casi di pedofilia e di pedo pornografia nella sua diocesi. Non solo: col suo silenzio, egli non ha protetto i bambini, che per questo hanno continuato a essere molestati.
 Il fatto è avvenuto in una diocesi, quella di Kansas City-St. Joseph (Missouri), già al centro di grossi scandali di pedofilia avvenuti per interi decenni, tra gli anni 50 e 90. La diocesi, nel 2008, quando Finn ne era già vescovo, devette sborsare 10 milioni di dollari in risarcimenti vari.  Il nuovo caso, avvenuto fra il 2010 e il 2011, è stato tenuto nascosto dal vescovo Finn per almeno cinque mesi: riguarda il sacerdote Shawn Ratigan, di Independence, nel Missouri, reo confesso in un altro processo appena concluso di cinque atti di pedofilia e detenzione di materiale pedo pornografico all’interno del suo computer.
Ratigan ha scattato foto porno di bambini della parrocchia. È andato avanti degli anni. Le sconcertanti fotografie sono state scoperte casualmente da un tecnico che stava riparando il computer del prete: le foto pedo pornografiche erano centinaia ed esponevano genitali di bambini. Il tecnico riferì di quanto aveva visto alla diocesi.  Secondo l’accusa, il vescovo era quindi a conoscenza delle immagini sul computer di don Shawn Ratigan sin dal 16 dicembre 2010. L’accusa ha potuto dimostrare che il vescovo era stato messo in guardia subito.
UN SILENZIO INSPIEGABILE - Se il vescovo avesse segnalato immediatamente il caso alle autorità e alle famiglie, a pagare sarebbe stato uno solo, il prete pedofilo responsabile. Imvece, la mancata segnalazione immediata di casi simili è, negli Stati uniti, un grave reato penale. Finn era è ed a tutti gli effetti il responsabile dei sacerdoti della sua parrocchia. Come dirigente aveva il compito di vigilare.
L’alto prelato, venuto a conoscenza delle foto orribili custodite dal sacerdote, non solo non ha presentato denuncia alla polizia – come sarebbe stato suo obbligo – ma non ha neanche adottato alcuna misura per avvisare parrocchia, famiglie e salvaguardare i bambini che frequentavano i locali della parrocchia del prete. Finn, per la verità, a suo modo era intevenuto. Ma come spessissimo accade tra gli altri prelati a conoscenza di casi del genere, non in modo efficace. Si era limitato a confinare il prete all’interno di un convento e gli aveva proibito di avere contatti con i minori. Sia il provvedimento punitivo nei confronti del prete chiaramente pedofilo, sia la sorveglianza successiva sono stati molto blandi.

SORVEGLIANZA DEBOLISSIMA - Padre Ratigan ha continuato infatti a frequentare picnic con bambini, prime comunioni e altre riunioni sociali. E continuò a scattare le foto porno sino al maggio 2011. La polizia avrebbe accertato che nel tempo trascorso, da dicembre a maggio, oltre cinque mesi, fino a quando non è stato finalmente denunciato alla polizia da altri soggetti responsabili, il prete ha continuato a collezionare “cimeli” raffiguranti bambini nel suo portatile. Scoperto per la seconda volta, padre Ratigan tentò il suicidio ma non morì, fu salvato in tempo.
Il vescovo Finn è stato condannato a pagare una multa di mille dollari e a due anni di libertà vigilata; inoltre, dovrà istituire e finanziare con 10.000 dollari un corso di sostegno psicologico alle vittime del prete e dei casi di pedofilia all’interno degli ambienti ecclesiastici. Prima che venisse letta la sentenza, il vescovo ha detto: «Sono profondamente dispiaciuto per il dolore causato, ma sono grato che l’accusa e la Corte di giustizia abbiano chiuso questa storia».

NON È CHE L’ENNESIMO EPISODIO - Va detto che la diocesi non è nuova a pesanti fenomeni di pedofilia. Nel 2008 la diocesi aveva stipulato un accordo extragiudiziale durante i processi intentati da 47 vittime di abusi sessuali da parte di 12 sacerdoti tra il 1951 e il 1992. La diocesi ha versato 10 milioni di dollari di risarcimenti e si è impegnata a garantire sia assistenza psicologica alle vittime, sia a evitare di raccomandare sacerdoti sotto accusa. Ha poi dovuto ammettere pubblicamente, sul giornale diocesano e su altri mezzi di comunicazione, gli abusi. Robert William Finn è vescovo di Kansas City-Saint Joseph dal 2005, quindi aveva seguito tutto l’iter dei processi per pedofilia che riguardavano la sua diocesi. Non è servito e probabilmente il terrore di essere di nuovo sconfessati ha giocato un brutto scherzo al vescovo Finn.

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