KANSAS CITY MISSOURI - Negli Stati uniti cadono condanne penali sui vescovi cattolici come se piovesse. Dopo il caso del vescovo di San Francisco,
arrestato per guida in stato d’ebrezza, è il vescovo di un’altra
diocesi a finire in tribunale. Non è proprio un protettore di preti
pedofili, ma la scarsa sorveglianza e l’esitazione nell’intervenire
radicalmente gli è costata carissima. Il vescovo della diocesi di Kansas
City-St. Joseph, Missouri, Robert W. Finn, 59 anni, è
il primo vescovo della Chiesa cattolica a subire una condanna per
essere stato a conoscenza e avere coperto casi di pedofilia e di pedo
pornografia nella sua diocesi. Non solo: col suo silenzio, egli non
ha protetto i bambini, che per questo hanno continuato a essere
molestati.
Il fatto è avvenuto in una diocesi, quella di
Kansas City-St. Joseph (Missouri), già al centro di grossi scandali di
pedofilia avvenuti per interi decenni, tra gli anni 50 e 90. La diocesi,
nel 2008, quando Finn ne era già vescovo, devette sborsare 10 milioni
di dollari in risarcimenti vari. Il nuovo caso, avvenuto fra il 2010 e
il 2011, è stato tenuto nascosto dal vescovo Finn per almeno cinque
mesi: riguarda il sacerdote Shawn Ratigan, di Independence, nel Missouri, reo confesso
in un altro processo appena concluso di cinque atti di pedofilia e
detenzione di materiale pedo pornografico all’interno del suo computer.
Ratigan ha scattato foto porno di bambini della parrocchia. È andato avanti degli anni.
Le sconcertanti fotografie sono state scoperte casualmente da un
tecnico che stava riparando il computer del prete: le foto pedo
pornografiche erano centinaia ed esponevano genitali di bambini. Il tecnico riferì di quanto aveva visto alla diocesi. Secondo
l’accusa, il vescovo era quindi a conoscenza delle immagini sul
computer di don Shawn Ratigan sin dal 16 dicembre 2010. L’accusa ha potuto dimostrare che il vescovo era stato messo in guardia subito.
UN SILENZIO INSPIEGABILE - Se il vescovo avesse
segnalato immediatamente il caso alle autorità e alle famiglie, a pagare
sarebbe stato uno solo, il prete pedofilo responsabile. Imvece, la
mancata segnalazione immediata di casi simili è, negli Stati uniti, un
grave reato penale. Finn era è ed a tutti gli effetti il responsabile
dei sacerdoti della sua parrocchia. Come dirigente aveva il compito di
vigilare.
L’alto prelato, venuto a conoscenza delle foto orribili custodite dal
sacerdote, non solo non ha presentato denuncia alla polizia – come
sarebbe stato suo obbligo – ma non ha neanche adottato alcuna misura per avvisare parrocchia, famiglie e salvaguardare i bambini
che frequentavano i locali della parrocchia del prete. Finn, per la
verità, a suo modo era intevenuto. Ma come spessissimo accade tra gli
altri prelati a conoscenza di casi del genere, non in modo efficace. Si era limitato a confinare il prete all’interno di un convento e gli aveva proibito di avere contatti con i minori. Sia
il provvedimento punitivo nei confronti del prete chiaramente pedofilo,
sia la sorveglianza successiva sono stati molto blandi.
SORVEGLIANZA DEBOLISSIMA - Padre Ratigan ha continuato infatti a frequentare picnic con bambini, prime comunioni e altre riunioni sociali. E continuò a scattare le foto porno sino al maggio 2011. La polizia
avrebbe accertato che nel tempo trascorso, da dicembre a maggio, oltre
cinque mesi, fino a quando non è stato finalmente denunciato alla
polizia da altri soggetti responsabili, il prete ha continuato a collezionare “cimeli” raffiguranti bambini nel suo portatile. Scoperto per la seconda volta, padre Ratigan tentò il suicidio ma non morì, fu salvato in tempo.
Il vescovo Finn è stato condannato a pagare una multa di mille dollari e a due anni di libertà vigilata;
inoltre, dovrà istituire e finanziare con 10.000 dollari un corso di
sostegno psicologico alle vittime del prete e dei casi di pedofilia
all’interno degli ambienti ecclesiastici. Prima che venisse letta la
sentenza, il vescovo ha detto: «Sono profondamente dispiaciuto per il
dolore causato, ma sono grato che l’accusa e la Corte di giustizia
abbiano chiuso questa storia».
NON È CHE L’ENNESIMO EPISODIO - Va detto che la
diocesi non è nuova a pesanti fenomeni di pedofilia. Nel 2008 la diocesi
aveva stipulato un accordo extragiudiziale durante i processi intentati
da 47 vittime di abusi sessuali da parte di 12 sacerdoti tra il 1951 e il 1992. La diocesi ha versato 10 milioni di dollari di risarcimenti e si è impegnata a garantire sia assistenza psicologica alle vittime, sia a evitare di raccomandare sacerdoti sotto accusa.
Ha poi dovuto ammettere pubblicamente, sul giornale diocesano e su
altri mezzi di comunicazione, gli abusi. Robert William Finn è vescovo
di Kansas City-Saint Joseph dal 2005, quindi aveva seguito tutto l’iter
dei processi per pedofilia che riguardavano la sua diocesi. Non è
servito e probabilmente il terrore di essere di nuovo sconfessati ha giocato un brutto scherzo al vescovo Finn.
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